voto
6.5
- Band:
PANZERCHRIST - Durata: 00:41:00
- Disponibile dal: 22/08/2025
- Etichetta:
- Emanzipation Productions
Streaming non ancora disponibile
Non sono trascorsi nemmeno dodici mesi dall’uscita della prima parte, e i Panzerchrist sono già tornati con “Maleficium Part II”, a conferma di un regime compositivo serratissimo, che in questa ultima fase di carriera li vede sfornare un disco all’anno. Un ritmo invidiabile, soprattutto se si considera che nel frattempo la band danese ha perso Michael Enevoldsen, storico bassista nonché ultimo superstite della formazione originale. I Panzerchrist, oggi, sono dunque un’entità completamente nuova sotto il profilo anagrafico: nessun legame con gli anni Novanta, nessuna continuità con l’era dei primi album, almeno in termini di musicisti coinvolti.
Il distacco però non è improvviso, né traumatico. Già da qualche disco, anche prima dell’uscita di scena di Enevoldsen, la band aveva preso le distanze dal death metal più puro, lasciando spazio a suggestioni black metal, incursioni atmosferiche, tappeti industrial, tastiere evocative e aperture melodiche. Un’evoluzione che può ricordare, almeno in parte, quella dei The Monolith Deathcult, seppur senza l’ironia dissacrante di questi ultimi: i Panzerchrist restano infatti una creatura seriosa, plumbea, concentrata sul versante più cupo ed enfatico del metal estremo.
Come prevedibile, “Maleficium Part II” riprende e sviluppa i temi sonori del primo capitolo: la produzione, tuttavia, è stranamente ovattata, come se un velo sottile coprisse il suono; un effetto forse voluto, che contribuisce a creare un’aura soffocante, ma che di primo acchito smorza un po’ l’impatto complessivo. Il risultato finale, comunque, si conferma all’insegna di un death-black metal piuttosto stratificato, intarsiato di tastiere e sfumature industriali, che mantiene un certo rigore strutturale: i brani si sviluppano con ordine, allestendo una tracklist discretamente varia in termini di carattere e durata delle tracce (tra i quattro e i sette minuti ciascuno), nelle quali non mancano ulteriori variazioni interne.
Ancora una volta, però, la qualità dei pezzi non appare troppo omogenea: accanto a episodi ispirati come la teatrale “Hex Maleficium Pex” e la groovy e al contempo incalzante “On Walpurgis Night” – entrambe ottime candidate per le setlist dei concerti futuri – troviamo alcune tracce più povere di contenuti, che sembrano riempire gli spazi più che guadagnarseli. Il classico effetto filler, insomma, che appiattisce un po’ la dinamica dell’ascolto.
Eppure, nel complesso, la tracklist si mantiene su un livello decoroso: non c’è estasi, ma nemmeno delusione. “Maleficium Part II” si assesta insomma in quella zona grigia e solida in cui molte band veterane si rifugiano quando l’urgenza creativa lascia il posto a una certa consapevolezza professionale. Guardando all’intera discografia dei Panzerchrist, è difficile indicare molti album davvero imprescindibili, ma è altrettanto difficile trovarne di clamorosamente fallimentari. La media, insomma, resta salva.
Chi ha sempre avuto un’inclinazione, anche solo occasionale, verso i danesi, troverà quindi anche stavolta qualcosa di interessante. Magari non resterà folgorato, ma probabilmente concederà al disco un ascolto. E questo, alla fine, basta a giustificare l’esistenza di “Maleficium Part II” all’interno di una carriera che, pur senza fuochi d’artificio, continua il suo cammino con dignitosa coerenza.
Maleficium Part 2 by Panzerchrist