di
Virginia Piccolillo

L’appello sottoscritto da strutture, medici e dipendenti della sanità privata accreditata. Mariastella Giorlandino: «Ci schieriamo a fianco del ministro»

«Ci schieriamo a fianco del ministro Schillaci. Crediamo nelle sue riconosciute qualità scientifiche. E vogliamo dare forza alla sua scelta di sciogliere il comitato vaccini». Con questo intento dichiarato, Mariastella Giorlandino, presidente della Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata e di Fondazione Artemisia, spiega la scelta della sanità privata accreditata («vero erogatore pubblico») di scendere in campo a sostegno del ministro della salute, Orazio Schillaci, finito nella bufera per la presenza nel Nitag, gruppo tecnico consultivo sulle vaccinazioni, di due medici considerati «no vax»: Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle.

Contro quelle nomine era stata lanciata una petizione firmata, tra i molti scienziati, dal premio Nobel Giorgio Parisi e dal farmacologo Silvio Garattini. Fallito il pressing per farli dimettere, il ministro avrebbe intenzione di sciogliere e ricostituire da capo il Nitag. Ma ci sono anche resistenze politiche, soprattutto da parte della Lega, convinta che la «scienza sia discussione». Da qui l’idea dell’appello a cui hanno aderito in 27mila tra strutture a livello nazionale (ambulatori, poliambulatori e ospedalità privata accreditata) relativi medici e dipendenti che in esse lavorano.



















































«La decisione del Prof. Schillaci testimonia, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’alto spessore etico, morale e scientifico del ministro», si legge nell’appello. «La sua scelta dimostra coerenza e dedizione, non mossi da interessi personali, ma esclusivamente dal profondo impegno per il bene della salute dei cittadini italiani, incarnando pienamente il ruolo che ricopre. Le scelte fatte dal Signor Ministro vanno avanti con l’affermazione della legalità nell’unico interesse dei cittadini, della loro salute e non delle lobby», si rimarca.

Ma perché Schillaci avrebbe scelto prima includere i due componenti contestati per poi provare a farli dimettere? «La scelta dei membri del comitato – dice Giorlandino – è stata presa da persone all’interno del ministero, ma non dal ministro che ha apposto la firma sul provvedimento in buona fede, come da prassi portata dal Gabinetto al ministro. L’atto, avvenuto sotto Ferragosto, ha successivamente rivelato criticità che il ministro non ha esitato a correggere», assicura Giorlandino, difendendo la scelta «netta e tempestiva» a tutela della «sicurezza sanitaria dei cittadini».


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15 agosto 2025 ( modifica il 15 agosto 2025 | 13:52)