Dopo un 2024 avaro di raccolti, il caldo e le piogge abbondanti hanno creato le condizioni ideali per un’esplosione di funghi. Ma i rischi sono tanti e sono legati alla ricerca stessa

Una lite surreale tra cercatori di funghi è finita al pronto soccorso e ora i carabinieri stanno cercando l’aggressore. La vittima è un turista di 64 anni che, nei boschi dell’Aprica, stava per raccogliere un porcino quando, alle spalle, è arrivata un’altra persona che lo ha preceduto di pochi secondi, portandosi via il prezioso bottino. Alla richiesta di spiegazioni, l’uomo avrebbe reagito con una testata e poi con una bastonata alla testa. Sanguinante e stordito, il 64enne è riuscito a chiedere aiuto ai gestori dell’impianto del Palabione, che hanno fatto scattare i soccorsi. Trasportato in ospedale in codice giallo, non è in pericolo di vita, ma le ferite riportate richiederanno giorni di cure.

La stagione da record dei funghi

L’episodio è solo l’ultimo segnale della “febbre da porcino” che in queste settimane ha contagiato la Valtellina. Dopo un 2024 avaro di raccolti, il caldo e le piogge abbondanti hanno creato le condizioni ideali per un’esplosione di funghi. «Ce ne sono tantissimi, persino lungo le strade», conferma Domenico Cioccarelli, presidente della Sita (Società Industrie Turistiche Aprica). Ma i cercatori più determinati si spingono in zone impervie, spesso in solitaria, per difendere i loro luoghi segreti.

I rischi per chi va a funghi

Secondo Duilio Tagliaferri, micologo di Ats Montagna, i “funghi killer” non sono quasi mai quelli velenosi, ma i rischi legati alla ricerca stessa: scivolate, cadute in zone scoscese, incidenti durante l’attraversamento di torrenti o l’uso di attrezzature improvvisate. «È più facile morire cercandoli che mangiandoli», spiega. In pochi giorni si contano già cinque vittime in provincia. Tra i più ricercati ci sono porcini, mazze di tamburo, laricini, russule, lattari e altre varietà di boletacee. Più rari e delicati gli ovuli, che spesso si confondono con specie velenose come l’amanita falloide o il cortinarius rubellus. «Gli avvelenamenti gravi sono rari e spesso dovuti a cattiva conservazione o eccesso di consumo», precisa Tagliaferri.

Caccia all’alba (e a volte di notte)

In Valtellina arrivano cercatori da tutta la Lombardia, affollando boschi celebri come quelli di Oga sopra Bormio, i versanti di Albaredo e Bema o la Costiera dei Cech. Alcuni partono prima dell’alba o addirittura di notte, muniti di torce, per battere sul tempo la concorrenza. «Una follia – commenta Tagliaferri –. Bisogna usare scarponi, pantaloni lunghi, bastone e cesto in vimini. E mai andare da soli. In caso di dubbio, portare i funghi allo sportello micologico: noi li controlliamo gratuitamente». Va precisato tra l’altro che in Italia non si possono cercare funghi di notte, perché la maggior parte delle leggi regionali che regolano la raccolta stabilisce orari precisi, di solito dall’alba al tramonto. Le ragioni sono legate a fattori di sicurezza personale e tutela ambientale.