Erano in 4 a bordo dell’auto rubata a una coppia di turisti francesi, una Citroen Ds4, tutti tra gli 11 e i 13 anni. A guidare l’auto c’era uno di loro, 13 anni. Prima il furto, poi la guida del mezzo, il presunto malfunzionamento dei freni e la tragedia, lunedì 11 agosto, in via Saponaro a Milano: l’investimento e l’uccisione di una donna di 71 anni, Cecilia De Astis. Quattro bambini che, in quanto minori di 14 anni, non sono imputabili di quanto è accaduto. Subito dopo la tragedia, la paura e la fuga: due di loro, fratelli, sono stati rintracciati in un terreno agricolo di Beinasco, nella frazione di Borgaretto, insieme alla madre. Una terza minorenne, una loro cugina di 11 anni anche lei coinvolta, è stata ritrovata lungo l’autostrada A6 tra Torino e Savona, all’altezza del casello di Fossano in direzione Ventimiglia, a bordo di un furgone alla cui guida si trovava la nonna. Del quarto minorenne, ancora nessuna traccia. 

Arifa, la “zia” che ha accolto nel Torinese i due fratellini e la mamma dopo la morte di Cecilia De Astis

“Erano terrorizzati, urlavano. Abbiamo cercato di tranquillizzarli”, così spiega “zia” Arifa Salkanovic, 68enne e madre di 14 figli che, nella notte dopo l’incidente avvenuto in via Saponaro, ha accolto nel suo terreno lungo la circonvallazione di Borgaretto, frazione di Beinasco, due dei minorenni coinvolti. Due fratellini scappati da Milano, insieme alla madre, Paola Salkanovic, e arrivati a Torino a bordo di un pullman. Un terreno agricolo acquistato dopo lo sgombero del campo nomadi avvenuto 7 anni fa, dove all’alba del 14 agosto, dopo ore di attività investigativa, sono arrivati gli agenti di polizia, sulle loro tracce dopo averli identificati e averne constatato la sparizione dal campo nomadi non autorizzato sito in via Selvanesco, dove risiedevano a Milano. 

Investita e uccisa Cecilia De Astis a Milano, rintracciati nel Torinese 2 dei 4 minorenni coinvolti“Erano terrorizzati e disperati, ci hanno raccontato cos’è successo”

Da Milano a Torino, da “zia Arifa”, insieme alla madre, alla quale ore dopo l’incidente e l’uccisione della 71enne, avevano confessato tutto tra le lacrime. “Erano disperati. Terrorizzati. Urlavano. Hanno raccontato cosa è successo, abbiamo cercato di tranquillizzarli. Sono solo bambini”, così racconta la 68enne, parlando dei due fratellini di 12 e 13 anni, rifugiatisi da lei dopo l’incidente. Tutti la considerano “zia” ma è un’amica, proprietaria di un terreno dove vive insieme alla sua famiglia. Vecchi armadi, rottami, un rifugio di “fortuna” adibito a casa, dove tra qualche materasso e una rete hanno cercato riparo dopo la tragedia due dei 4 minorenni: “Erano sconvolti. La sera abbiamo mangiato insieme, abbiamo preso una pizza e hanno dormito qui. Quando all’alba sono arrivati i poliziotti erano spaventati, ma gli agenti gli hanno spiegato che nessuno avrebbe fatto loro del male e li hanno portati via, insieme alla madre”. Temevano che la mamma stessa potesse abbandonarli, mentre il padre è in carcere a Roma. 

Tre minorenni in comunità protette, il quarto ancora in fuga

Prelevati dagli agenti, la Procura dei minori ha autorizzato la presa in consegna dei 3 ragazzi coinvolti nell’incidente già rintracciati, nell’attesa di ritrovare il quarto minore ancora in fuga. I tre si trovano ora in comunità protette in attesa di un’udienza che avverrà nei prossimi 15 giorni.