di
Allegra Ferrante

Diego, 42 anni, ingegnere ambientale: «Quel furgone era parcheggiato sul passaggio pedonale, ho protestato perché credo nella sostenibilità ». Il sindaco: «Al posto suo non avrei fatto il paladino»

È il 2 maggio. A Lainate, Elia, 8 anni, sta tornando dal corso di nuoto in sella alla sua bicicletta scarlatta. A seguirlo, il papà Diego, 42 anni, ingegnere ambientale, e il fratello Niccolò, 7 anni, che pedala lentamente. Stanno per raggiungere a casa l’ultima arrivata, la sorella Matilde, di soli otto giorni. Zona periferica della città, via Leonardo Da Vinci: un furgone con cassone fisso posteggiato in modo irregolare su quella che sembra una ciclabile (il traffico ne ha logorato la segnaletica orizzontale). L’impatto è inevitabile. Il bambino cade, si disarciona, qualche escoriazione sotto il mento e sulla spalla sinistra, nulla di grave. Il papà chiama i vigili urbani, che arrivano «a sirene spiegate», operano i rilievi necessari. Chiede che l’ostacolo sia rimosso. Nessuna sanzione per il mezzo. «Quando siamo andati via, era ancora lì», spiega il padre, in attesa di un ringraziamento per la segnalazione.

Ringraziamento che non arriverà mai. Al contrario. La sorpresa giunge lenta, eppure fulminea, due mesi e mezzo dopo. Diego, Niccolò ed Elia giocano a pallone nel parchetto di Brusson (in Val d’Aosta), il bip di una notifica via Pec: una multa di 38,45 euro (pagata nell’immediato). La sanzione non è per il camioncino in divieto di sosta, ma per Diego. Ha violato l’articolo 141/2-11 del Codice della Strada, non impedendo che il minore (Elia, ndr) commettesse la seguente violazione: non mantenere il controllo del velocipede che conduceva. La contravvenzione suggerisce che potesse essere in grado di considerare l’ostacolo e di fermarsi per tempo. «Parliamo di un bambino, con una bici nuova da 24 (pollici, ndr), forse più grande del dovuto, che ha fatto male i calcoli».



















































Lainate, parla il papà del bambino caduto in bici: «Ho chiamato i vigili per educare mio figlio al senso civico e hanno multato me»

Elia è il figlio di una pedagogia virtuosa, costruita sulla sostenibilità e la responsabilità civica. Con il papà Diego (mamma e fratelli al seguito), attraversa l’Europa, i paesaggi italiani, alla ricerca di esperienze che gli insegnino ad essere un cittadino consapevole. A piedi, in bici, non importa: è l’ambiente a dover essere rispettato. Diego porta i suoi bambini in bici a scuola, in piscina, ovunque possa: è un impegno ecologico, un’educazione alla mobilità lenta, a favore della comunità.

«Se fossimo andati al pronto soccorso, gli avrebbero dato 5 giorni di prognosi. Non vado a congestionarlo per un’escoriazione da cerotto». Avrebbe potuto fare causa al Comune. «Non ho optato per questo: era una questione di senso civico». Non è l’ennesimo scontro tra amministrazione e cittadino. Non è un nichilismo di fronte alle norme. È la storia di un padre contemporaneo, promotore di un’educazione gentile, e di un figlio con una vocazione per la natura, nella società di oggi. In un gioco di simboli e di leggi, si ritrovano sul banco degli imputati in due, per aver cercato di fare il proprio dovere: di genitore che dà l’esempio e di figlio che apprende.

Un incidente ordinario, pretesto per una multa che sa di beffa. «Da genitore, avrei preso mio figlio e me ne sarei andato. Non avrei fatto il paladino», commenta il sindaco di Lainate, Alberto Landonio, che si allinea all’applicazione delle norme previste. «Specifico che si tratta di un passaggio pedonale, non di una pista ciclabile», aggiunge, pur riconoscendo l’insolita natura della contravvenzione. «La Polizia Locale ha applicato una parte del codice della strada, che prevede che si debba essere in grado di controllare il mezzo che conduce sulla strada». Una direttiva, sostiene, che ha un senso profondo: «Può creare pericolo per sé e per gli altri». Non c’è intento punitivo. «Le norme vanno applicate».

Insomma, una danza tra teoria (burocratica) e prassi (genitoriale). Cosa impara un bambino? Che lo sforzo ecologico può essere sanzionato? O che la legge, talvolta, non comprende le sfumature della vita? Si torna a casa, bici danneggiata e maglietta strappata. «E camion multato», assicura Landonio. «Oggi nasce un nuovo hater nei confronti delle istituzioni», chiosano sui social, inserendolo di fatto nell’albo del Guiness dei multati.


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24 luglio 2025 ( modifica il 24 luglio 2025 | 07:46)