Ospite d’eccezione di New Heights, il podcast sportivo condotto dai fratelli Jason e Travis Kelce, Taylor Swift non ha solo annunciato la release del suo nuovo, attesissimo album (in uscita questo ottobre), ma ha anche aggiornato gli ascoltatori sulla salute di suo padre. Il quale, in tempi recenti, è stato operato per un bypass coronarico quintuplice. Al fianco dell’aitante fidanzato Travis Kelce, tight end dei Kansas City Chiefs, Taylor Swift ha confermato che si è trattato di un intervento impegnativo, specie considerando l’età di suo padre, 73 anni. Non a caso la popstar è tornata per l’estate nella casa di famiglia, con l’obiettivo di stare vicino al papà durante la delicata fase di convalescenza e recupero. «Voglio dire, quest’uomo ha costruito giochi, altalene e culle per me. Io ora voglio aiutarlo a installare la sua sedia da doccia, il deambulatore e il letto regolabile», ha spiegato Taylor Swift ai microfoni di New Heights. Ma cosa comporta questa operazione e quando si rende necessaria? Ecco che cosa sapere dell’intervento al cuore eseguito su Scott Kingsley Swift.
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Bypass coronarico: cosa sapere dell’intervento al quale si è sottoposto il padre di Taylor Swift
Il bypass coronarico, noto anche come CABG (Coronary Artery Bypass Graft), è un intervento cardiaco complesso che viene eseguito quando le arterie coronarie, responsabili di portare sangue al cuore, risultano gravemente ostruite. Nel caso di Scott Swift, si è trattato di un bypass quintuplice, cioè la ricostruzione di cinque arterie coronarie (come ha spiegato nel podcast la stessa Taylor Swift). Secondo quanto riportano gli esperti di Humanitas, «l’intervento di bypass coronarico si rende necessario quando i farmaci e altre procedure meno invasive, come l’angioplastica, non riescono a garantire un adeguato flusso sanguigno al cuore. Il bypass ha l’obiettivo di ripristinare il corretto apporto di ossigeno al muscolo cardiaco, riducendo il rischio di infarto e migliorando i sintomi di angina», ossia attenuando o eliminando il dolore toracico o il senso di oppressione al petto causati da un insufficiente apporto di sangue e ossigeno al cuore. Sempre dal portale di Humanitas, si scopre che «durante l’operazione, il cuore può essere temporaneamente fermato e il sangue fatto circolare tramite una macchina cuore-polmone, oppure l’intervento può essere eseguito su cuore battente. Il bypass coronarico è una procedura sicura, ma complessa, che richiede grande precisione chirurgica».
Bypass coronarico: recupero e risultati post-operatori
Il periodo che segue l’intervento di bypass coronarico è delicato e prevede un monitoraggio attento in terapia intensiva, seguito da un programma di riabilitazione cardiaca. Taylor Swift ha raccontato che, dopo l’intervento, «non puoi davvero camminare da solo», da cui la necessità di supporti medicali e l’assistenza continua della famiglia. Gli esperti di Humanitas spiegano che nei primi giorni è fondamentale controllare battito, pressione ed eventuali complicazioni come aritmie o infezioni. «Con il tempo, grazie alla ricostruzione delle arterie e alla ripresa fisica graduale, il paziente può tornare a svolgere le attività quotidiane e, in molti casi, riprendere una vita attiva senza dolore toracico. Il bypass coronarico migliora significativamente la qualità della vita nei pazienti con malattie coronariche multiple», precisano gli specialisti di Humanitas, aggiungendo che il successo dell’intervento dipende anche dall’aderenza a terapie farmacologiche ad hoc e modifiche dello stile di vita, a partire da dieta equilibrata e attività fisica graduale e monitorata.