Può sembrare assurdo, ma spesso capita di ricevere dallINPS comunicazioni con le quali lIstituto richiede la restituzione, anche a distanza di mesi, di somme già accreditate. La richiesta può avere ad oggetto le pensioni, il Reddito di cittadinanza, lAssegno di inclusione e, talvolta, anche la Naspi, lindennità di disoccupazione.
Per chi vive già una situazione di precarietà lavorativa, è indubbio che vedersi recapitare una richiesta di rimborso possa essere destabilizzante, soprattutto quando le somme da restituire sono già state impiegate per sostenere spese quotidiane, affitto o bollette.
Si tratta di una situazione che non è circoscritta solamente a chi abbia commesso errori nella domanda o abbia omesso di segnalare linizio di un nuovo lavoro, ma anche casi in cui lIstituto ha effettuato i pagamenti pur in mancanza dei requisiti.
Quando lINPS può chiedere indietro la Naspi
La regola di fondo è chiara: ogni prestazione da parte dellINPS deve essere corrisposta solo se sussistono i requisiti previsti dalla legge. Nel momento in cui lIstituto accerta unerogazione superiore al dovuto a causa di un errore interno o perché il beneficiario non ha segnalato tempestivamente un cambiamento della propria situazione lavorativa scatta il recupero delle somme.
La Naspi, nello specifico, è destinata a chi perde il lavoro in modo involontario, viene calcolata sulla base delle settimane lavorate negli ultimi quattro anni ed erogata fino a due anni. Se il beneficiario trova un nuovo impiego o percepisce redditi oltre determinate soglie, lINPS può sospendere o revocare la prestazione.
Come anticipato, il problema sorge nel momento in cui lerogazione delle somme prosegue anche se non spetta più. In questo caso, lINPS considera gli importi come indebiti e procede alla richiesta di rimborso.
Cosa fare se arriva una richiesta di rimborso
La prima cosa da fare, quando si riceve una comunicazione di restituzione di indebito da parte dellINPS, è verificare la correttezza della richiesta: controllare date, importi e motivazioni riportate nella lettera.
Se si ritiene che la pretesa sia ingiustificata, è possibile presentare ricorso amministrativo allINPS entro 90 giorni.
Unaltra opzione potrebbe essere quella di eccepire la prescrizione. Tuttavia, è bene tenere a mente che lINPS può chiedere il recupero delle somme indebite entro dieci anni dal pagamento.
Infine, lultima possibilità è quella di richiedere una rateizzazione: in caso di difficoltà economiche, è possibile diluire il pagamento in più rate, presentando la documentazione che attesti la propria situazione finanziaria.