Approvato il nuovo piano di insediamento nella regione E1 della Cisgiordania, che consiste in 3.401 unità abitative per i coloni.
A Pisa muore malnutrita arrivata da Gaza
E’ morta ieri a Pisa la palestinese di 20 anni arrivata meno di 24 ore prima da Gaza con un volo militare della 46/a Brigata aerea nell’ambito dell’operazione umanitaria del governo italiano per dare un’assistenza sanitaria maggiore a civili palestinesi vittime del conflitto. Marah Abu Zuhri era giunta in uno stato di grave malnutrizione. La 20enne era atterrata la notte tra il 13 e il 14 agosto da un C130J dell’Aeronautica militare partito da Eilat con altri pazienti palestinesi e i loro familiari. Portata all’ospedale di Cisanello, la giovane era stata ricoverata d’urgenza ma le sue condizioni erano apparse subito molto critiche.
Danimarca: Netanyahu è un problema
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è diventato un “problema”. Lo ha sottolineato la premier danese Mette Frederiksen, aggiungendo che cercherà di esercitare pressione su Israele sul conflitto a Gaza, dato che il suo Paese detiene attualmente la presidenza di turno dell’Unione Europea.
“Netanyahu è ormai un problema di per sé”, ha affermato Frederiksen in un’intervista al quotidiano Jyllands-Posten, aggiungendo che il governo israeliano sta andando “troppo oltre”.
La leader di centro-destra ha criticato duramente la situazione umanitaria “assolutamente spaventosa e catastrofica” a Gaza e il nuovo progetto di insediamento in Cisgiordania. “Siamo uno dei Paesi che vuole aumentare la pressione su Israele, ma non abbiamo ancora ottenuto il sostegno dei membri dell’Ue”, ha affermato.
Media, aperture da Hamas
I negoziatori di Hamas al Cairo avrebbero manifestato la volontà di ritirare le richieste avanzate il mese scorso che hanno portato al fallimento dei colloqui sugli ostaggi a Doha. Lo hanno rivelato al Times of Israel un funzionario israeliano e un diplomatico arabo informato sulla questione, secondo cui i mediatori hanno comunicato lo sviluppo a Israele, che ha risposto di non essere interessato a un altro cessate il fuoco parziale e di essere disposto a rinunciare all’occupazione di Gaza City solo se Hamas accetterà tutte le sue richieste per porre fine alla guerra. Queste richieste includono il rilascio di tutti i 50 ostaggi rimasti, il disarmo di Hamas e la smilitarizzazione della Striscia di Gaza. Ma le divergenze su questi punti restano molto ampie, in particolare per quanto riguarda il disarmo di Hamas, con i mediatori arabi che ritengono che si tratti di una “polpetta avvelenata” destinata a far saltare i colloqui, poiché probabilmente richiederà intense operazioni militari israeliane a Gaza per verificarne il rispetto, ha spiegato il diplomatico arabo. E’ comunque prevista per oggi la ripresa dei colloqui al Cairo, con l’obiettivo di ottenere il via libera di Hamas all’ultima proposta di accordo.