Libri, saggi e romanzi tornano sotto i riflettori della 13ª edizione del festival letterario «Sentieri e pensieri» di Santa Maria Maggiore, in programma dal 17 al 25 agosto. Il borgo vigezzino si trasforma in un crocevia di idee con autori affermati e voci nuove della scena letteraria, invitati dal direttore artistico Bruno Gambarotta.

Nell’ambito del festival, la quarta edizione del «Premio podcast Santa Maria Maggiore» è stato assegnato al performer, musicista e collezionista di «cose diversamente belle» Auroro Borealo, ospite martedì 19 alle 21. Il podcast vincitore, «Libri brutti», nato sull’onda dell’omonimo profilo Instagram che ha raggiunto 100 mila follower, affronta in modo originale, tra il serio e il faceto, un tema insolito. Auroro Borealo, nome d’arte di Francesco Roggero, con Carlotta Sanzogni e Massimo Fiorio è autore dell’originale podcast.

Lei si definisce un «collezionista di libri brutti». Come mai?

«Perché li colleziono, ma il senso del brutto è molto personale. Nutro un rispetto reverenziale nei confronti di questi libri perché ci insegnano che la cultura arriva dai posti più impensati. Ogni libro ha la sua dignità, anche quelli che si consumano velocemente e si buttano, perciò li racconto con leggerezza e con rispetto».

Ha un periodo di pubblicazione preferito?

«Principalmente vanno dagli Anni 60 ai 90. Si tratta di storie che nessun altro avrebbe il coraggio di raccontare e talvolta, in modo involontario, parlano di un’epoca e diventano libri culto».

Qualche esempio?

«“Dove andiamo a ballare questa sera? Guida alle 250 discoteche italiane” del 1988 del socialista Gianni De Michelis, allora vice presidente del Consiglio con la passione per il clubbing (frequentare locali notturni, ndr). Le quotazioni oggi sono salite. Oppure il bellissimo “Siamo nati per soffriggere” di Wilma De Angelis. E poi ancora le pubblicazioni delle poesie di Licio Gelli, tradotte anche in cinese. In fondo sono storie parlano di noi e del mondo in cui viviamo o abbiamo vissuto. Il mezzo attraverso il quale succede la magia è la risata».

L’argomento interessa molti lettori, tanto che dalla pagina social di successo è passato al podcast e da poco ha pubblicato «Il libro brutto dei libri brutti»…

«Ho raccontato 30 casi editoriali assurdi mettendo in evidenza il loro ruolo nella storia italiana. Nella quarta di copertina ho scritto un concetto base: brutti per gli altri, bellissimi ai nostri occhi. Questa non è una fenomenologia trash, ma la volontà di raccontare delle storie rilevanti. Ci sono sociologi che studiano le abitudini di consumo di un popolo rovistando nella spazzatura».

E li ha letti tutti?

«Le premesse sono tre: i libri di cui parlo esistono realmente, li posseggo e li ho letti tutti».

Il prossimo progetto?

«Da ottobre inizierò un nuovo spettacolo dal titolo “I peggiori libri della nostra vita”. Sono sicuro che ognuno di noi, nella libreria di casa, conserva dei libri brutti e chiederò al pubblico di portarli. Diventerà un rito collettivo».