Un servizio di babysitting, dedicato a bambine con disabilità, si è trasformato in un teatro occulto di abusi sistematici. Le vittime — alcune non verbali e affette da autismo — venivano stuprate, drogate e filmate da colei che avrebbe dovuto proteggerle.
Gli abusi, le droghe, i video
Brittney Mae Lyon e il suo compagno Samuel Cabrera, entrambi trentunenni, sono stati condannati dallo Stato della California (USA) rispettivamente a 100 anni di carcere e a otto ergastoli consecutivi. Lyon, assunta dai genitori attraverso un sito di babysitting, approfittava del suo ruolo per condurre le bambine nell’abitazione del fidanzato. Lì, le piccole venivano sottoposte a violenze sistematiche, spesso sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Durante le indagini, la polizia ha rinvenuto una scatola con doppia serratura nell’auto di Cabrera: al suo interno, sei hard disk contenenti centinaia di video. Le immagini, raccapriccianti, documentavano atti di violenza sessuale, somministrazione di droghe e aggressioni brutali. In alcuni casi, Lyon partecipava attivamente; in altri, lasciava che Cabrera agisse indisturbato. Oltre ai filmati delle bimbe, sono stati trovati anche video realizzati da Lyon in spogliatoi e bagni pubblici, dove donne e ragazze venivano riprese di nascosto.
La denuncia
A denunciare le violenze, una delle piccole: una bambina di sette anni.
La vicenda ha sollevato profondi profondi sulla vulnerabilità dei bambini e sulla necessità di riforme legislative che impediscano ai colpevoli di reati sessuali di beneficiare di sconti di pena.
Ultimo aggiornamento: sabato 16 agosto 2025, 12:02
© RIPRODUZIONE RISERVATA