di
Valentina Santarpia
L’episodio avvenuto venerdì scorso intorno alle 19.20. La denuncia, l’intervento della Polizia e i 5 giorni di prognosi
Cinque giorni di prognosi al Policlinico Casilino per aggressione con contusioni ed ecchimosi multiple: è finita così la disavventura di un 23enne siciliano, S.N., che vive a Roma, aggredito all’interno del centro commerciale Roma est venerdì scorso. Il ragazzo ha lavorato come commesso in un negozio di abbigliamento del centro commerciale fino al 30 giugno, e qualche giorno fa è tornato per prendere la carta dei buoni pasto che gli spettava. Ed è proprio mentre aspettava il responsabile per risolvere la questione, puramente amministrativa, che è stato aggredito da tre individui, «due dei quali sono addetti alla sicurezza del centro commerciale, uno a me sconosciuto», racconta nella denuncia presentata dalla sua legale Martina Colomasi al commissariato di Polizia di Porta Pia.
La sequenza
Ecco come la vicenda viene ricostruita nella denuncia. Uno dei tre, quarantenne, carnagione chiara, gli grida «fr..di m…», lo afferra al collo gridando ripetutamente «ti soffoco, ti soffoco», gli altri due, tra cui uno di colore, partecipano all’aggressione. S.N cerca di divincolarsi, chiede di smetterla, intervengono tre ex colleghi (citati nella denuncia come testimoni), invano. A un certo punto uno degli aggressori grida: «Portiamolo nello stanzino senza telecamere», S.N. si spaventa, si aggrappa al tavolo, loro lo prendono per i piedi e lo mettono a testa in giù. Il ragazzo prova a effettuare una videoripresa col telefonino, ma il cellulare si blocca e parte la chiamata di emergenza al 112: dopo pochi minuti arriva la polizia, che identifica gli aggressori e chiama l’ambulanza.
APPROFONDISCI CON IL PODCAST
La matrice omofoba
I motivi dell’aggressione restano per ora ignoti, si sospetta però che siano legati all’orientamento sessuale del ragazzo, che sarebbe stato «segnalato» dopo aver manifestato insofferenza per gli atteggiamenti dei responsabili del negozio dopo la chiusura del rapporto di lavoro. «Abbiamo già sporto denuncia, agiremo anche in sede civile nei confronti dei datori di lavoro degli aggressori- spiega la legale- Resta il rammarico del fatto che gli insulti omofobi che hanno accompagnato l’aggressione, non potranno essere puniti con una specifica aggravante perché non esiste».
Intanto il ragazzo è sconvolto: «Non mi è mai successa una cosa del genere. La mia prima sensazione è di disgusto, queste persone hanno l’età di mio padre,che non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Poi c’è anche la paura, ho lavorato per due anni in quel centro commerciale, uno di loro l’ho pure servito, non mi aspettavo si comportasse così, e invece mentre il suo collega mi prendeva a schiaffi diceva “fai bene”. Potrei tornare a lavorare in altri negozi, ma sto evitando, perché non voglio incontrarli». Ora S.N. vuole solo stare tranquillo: «Vorrei tornarmene in Sicilia, mi prenderò del tempo per stare con la famiglia, mi sveglio di soprassalto e penso: se mi avessero portato nello stanzino? Come ne sarei uscito?». Sul perché sia successo, il 23enne prova a ipotizzare: «I colleghi mi hanno detto che qualche ora prima era stata segnalata la presenza di un ladro. Ma se anche fossi stato un ladro, non si aggredisce così, senza dire niente. E comunque ero conosciuto. Il capo della sicurezza mi ha chiesto scusa, ma non basta».
Vai a tutte le notizie di Roma
Iscriviti alla newsletter di Corriere Roma
23 luglio 2025 ( modifica il 24 luglio 2025 | 10:26)
© RIPRODUZIONE RISERVATA