Aron Canet è un pilota velocissimo e con un passato difficile. Da un paio di anni è super competitivo in Moto2, grazie anche al lavoro fatto con Fantic e Roberto Locatelli.

In questa intervista, realizzata alcuni giorni prima del GP di Austria abbiamo parlato di un sacco di cose. Ovviamente in quella intervista lui non aveva ancora ufficializzato la scelta di rimanere in Moto 2, di non andare in Superbike e passare dal team Fantic al team Marc VDS.

Ecco cosa ha detto Canet, qui sotto c’è la trascrizione integrale, ma anche il video.

Aron Canet è un pilota velocissimo, ha vinto 11 gare, ha fatto 50 podi su 165 gare nel motomondiale, vicecampione del mondo sia in Moto 2 che in Moto 3. Il pubblico italiano non lo conosce così bene, perché comunque un pilota spagnolo, fino a che non arriva in MotoGP è un po’ meno conosciuto

Sei nato nel 1999, ma dove?

“Sono nato a Corvera, un piccolo paese vicino a Valencia, ho cominciato con le moto quando mio babbo me me ha regalata una per Natale, avevo tre anni”

Quando eri in Moto 3 hai raccontato che hai sofferto di bulimia. Come si è sviluppato questo questo problema?

“Avevo un un peso tra 62 e 63 kg mentre i miei rivali pesavano 58-57 kg, in una categoria così piccola si sente tanto, allora dovevo fare delle cose strane per arrivare fino a quel peso, ma neanche così ci sono arrivato: non bastava non mangiare e allenarsi tanto e avere la bullimia. Sono arrivato al massimo a 62 kg”

Qual è il peso giusto per un pilota di Moto3? E in Moto2?

“59 kg, 58 kg, in Moto2 63-64… Io ho peso 67-68-69, dovrei pesare meno, però dico no, non vado a fare le stronzate che ho fatto quando ero più piccolo. Preferisco essere più forte e arrivare a fine gara forte, anche se la moto non corre tanto in rettilineo”

Cosa c’è nel tuo allenamento, palestra, corsa, come ti alleni?

“Oggi mi sto allenando tanto con palestra, corsa e un po’ di crossfit, perché muscolarmente mi piace come mi sento dopo sulla moto”

Tu hai fatto questa carriera molto bella in Moto 3, nonostante queste difficoltà un secondo e un terzo posto finale più delle vittorie. Poi nel 2020 sei arrivato in Moto2 e nel primo anno sei stato subito veloce, però poi c’è stato questo fatto che facevi podi, ma non riusciva ad arrivare la prima vittoria che poi è arrivata con Fantic e con Roberto Locatelli, per cui ti chiedo come ti trovi in questo team, come ti trovi con con Locatelli?

“In questo team mi hanno dato un amore incredibile, di cui avevo bisogno per la mia carriera sportiva, anche con Locatelli il rapporto è più che un rapporto di lavoro. lo voglio tanto e per me è un un supporto molto molto importante nel paddock, mi fa imparare tante piccole cose che io mai avevo guardato”

Spesso si è sentito parlare, soprattutto nell’ultimo anno, di piloti che sono stati affiancati da uno psicologo. Il primo penso fu Jorge Lorenzo nel 2008 quando poi andò a vincere il primo mondiale nel 2010. Poi l’anno scorso se ne è parlato tanto per via di Jorge Martin. Tu ti sei mai affidato a uno psicologo e cosa ne pensi di questa cosa?

“Ho lavorato con uno psicologo da quando avevo 15 anni. Ho lavorato, ho lasciato, ho lavorato, ho lasciato. Dipende, dipende dal momento della tua carriera sportiva, ma sempre va bene, sempre va bene. Penso che uno psicologo sportivo, anche personale, ti va bene perché ti fa fare pensieri che non faresti da solo e ti fa imparare anche cose sulla tua mente. È molto molto importante in una carriera sportiva d’élite”

Tu sei sempre stato un pilota velocissimo, hai sempre lottato per le prime posizioni, secondo te cosa è mancato per vincere un mondiale fino a ora?

“È mancata la regolarità che adesso abbiamo, dall’anno scorso”

Quest’anno come sta andando il campionato?

“Bene, secondo a 25 punti del leader, siamo tranquilli, penso che possiamo imparare tanto. Ancora non abbiamo una moto a punto perfetta, quando la troveremo andremo a fare magia”

Se tu dovessi dire chi sono i piloti che sono i tuoi idoli o riferimento come stile di guida, che nomi faresti?

“Marco Simoncelli. Il mio idolo da sempre è stato lui, da quando era piccolo”

Hai fatto in tempo a conoscerlo?

“No, mai”

E hai parlato con il padre, immagino…

“Sì, questo sì. Mi fa molto molto piacere parlare con Paolo perché per me suo figlio è sempre stato come Dio”

Un anno fa o due anni fa, ma poi ne hai riparlato anche recentemente, tu hai raccontato che c’è stato un team o ci sono stati dei team che non ti hanno voluto in MotoGP per i tatuaggi, ma com’è possibile? Cosa c’entrano i tatuaggi con la velocità?

“Neanche io lo so. È una cosa di cui ho parlato tante volte, non voglio parlarne perché è troppo ripetitivo. L’ho detto tante tante volte che alla fine stanca anche la gente”

Nei giorni scorsi hai detto che passerai in Superbike più o meno (cosa che poi non si è rivelata vera, ndr). Mi puoi dire qualcosa di più oppure no?

“No, ancora non è al 100% chiaro se passerò in Superbike o se starò in Moto2. Mi fa piacere che tutto il mondo sta aspettando cosa farò, perché alla fine tutti i due paddock si sono fermati per me”

Se un pilota come te va in Superbike è sicuramente un valore aggiunto perché, per i risultati che tu hai, se io guardo alla tua carriera, io vedo una carriera, la tua, molto simile come risultati a quella di Alex Rins. Anche Rinz ha fatto secondo e terzo posto in Moto 2, Moto 3 e poi è andato in MotoGP. Lui c’è andato a 23-24 anni. Tu avevi già fatto questi risultati, però non ci sei andato. Quindi per me, a livello di risultati, in MotoGP ci sono piloti che hanno avuto risultati peggio dei tuoi. Te lo dico, ma tu lo sai, è così…

“Sì, mezza mezza griglia a dirti la verità”

Nel caso tu andassi in Superbike, a livello economico il tuo sarebbe un passo avanti rispetto alla Moto 2, un passo indietro per capire o un po’ lo stesso?

“Lo stesso, più o meno lo stesso. Non prenderei di più nel primo anno in Superbike rispetto alla Moto2. È vero che forse, dopo un anno in SBK puoi prendere abbastanza soldi, però il primo anno no”

Ti piacerebbe l’idea di andare in Superbike? Ti piace la Superbike?

“Sì, sempre mi è piaciuta la Superbike, ma devo sistemare molto bene cosa fare con il mio futuro, perché tante volte penso che sono grande, ma sono giovane, ho 25 anni. Allora, vediamo”

L’ultima domanda che ti faccio è questa: quali sono gli obiettivi che ti prefiggi di qui in avanti?

“Essere campione quest’anno. Dopo, il prossimo anno, guarderemo, ma questo anno essere campione del mondo di Moto2, obiettivo al 100%”