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Una Prius speciale mescola plug-in ed etanolo: la soluzione promette emissioni tagliate fino al 90%, senza stravolgere l’auto.

Toyota sperimenta una strada diversa per la decarbonizzazione dell’auto e lo fa partendo da un modello simbolo: la Prius plug-in ibrida con motore flex-fuel, capace di funzionare sia a benzina sia a etanolo. Quando la batteria è carica e si usa bioetanolo come carburante, il costruttore parla di un taglio della CO2 fino al 90% rispetto all’uso tradizionale della sola benzina.

Toyota abbatte le emissioni con una nuova trovata tecnologica: le riduce del 90%

Toyota – Reportmotori.it

Si tratta du coniugare la ricarica alla spina con un termico ottimizzato per biocarburanti disponibili su larga scala in mercati come il Brasile, dove l’etanolo è parte della quotidianità. La notizia non sta nell’estetica o nei numeri da primato, ma in un approccio concreto: sfruttare infrastrutture già esistenti, ridurre l’impronta climatica nel breve periodo e mantenere costi e usabilità di un’ibrida ricaricabile.

Prius, plug-in ed etanolo: come funziona la trovata

Il prototipo nasce sulla base della Prius PHEV e, a occhio, cambia pochissimo: qualche decal dedicata e nulla più, perché la novità è tutta nel powertrain tri-energia – elettricità, benzina, etanolo – che conserva l’architettura nota con 2.0 benzina, motore elettrico e batteria agli ioni di litio, per 220 CV complessivi quando alimentato a benzina.

Prius, plug-in ed etanolo: come funziona la trovata

Toyota (Media Press Toyota) – Reportmotori.it

Il contesto è quello giusto: in Brasile Toyota vende già Corolla e Corolla Cross ibridi flex-fuel, mentre qui si sperimenta per la prima volta l’abbinamento con una ricaricabile alla spina. La scelta non guarda solo al mercato locale: dove l’etanolo è disponibile e conveniente, il plug-in con biofuel può ridurre le emissioni subito, senza attendere reti di ricarica capillari o elettrificazioni complete del parco circolante.

La Prius PHEV flex-fuel è esposta alla Fenasucro & Agrocana, rassegna di riferimento per la filiera della canna da zucchero, accanto alle versioni flex di Hilux, Fortuner (SW4) e Corolla Cross: segnali coerenti con un piano d’investimenti da 11,5 miliardi di real entro il 2030 destinato a produzione locale e nuove soluzioni di mobilità. Dentro questo piano, Toyota porterà in produzione due ibride flex-fuel in Brasile, tra cui la Yaris Cross, attesa al debutto locale a ottobre 2025 su base del modello indonesiano.

Resta il punto decisivo: resterà un esercizio o vedremo davvero questa tecnologia in strada su larga scala? Toyota non si sbilancia: la soluzione potrebbe approdare sull’attuale Prius PHEV o essere trasferita su futuri modelli, per esempio una prossima RAV4 ricaricabile destinata al mercato brasiliano, ancora da presentare.

Non c’è rivoluzione estetica né promesse irrealistiche, ma un passo molto pragmatico: usare l’elettrico dove serve, il bioetanolo quando il termico interviene, capitalizzando su carburanti già diffusi per massimizzare l’effetto immediato sulle emissioni senza cambiare le abitudini degli automobilisti.