PARIGI – A un anno dalla cerimonia d’apertura dei Giochi Olimpici, le dieci statue dedicate a figure femminili che hanno segnato la storia di Francia, svelate simbolicamente in quell’occasione, hanno trovato casa permanente nel nord della capitale. È il quartiere du La Villette a ospitare ora queste sculture monumentali che rendono omaggio a donne che hanno lottato per i diritti civili, la cultura, la giustizia, tra cui Olympe de Gouges, autrice della Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, Simone Veil, sopravvissuta ad Auschwitz e madre della legge sulla depenalizzazione dell’aborto, Simone de Beauvoir, pioniera del pensiero femminista.
Le statue, alte quattro metri e realizzate in resina polimerica rinforzata con fibra di vetro, erano apparse lungo la Senna, ai piedi del ponte Alexandre III, durante la cerimonia d’inaugurazione dei Giochi, al centro di un momento dello spettacolo intitolato «Sororité», sorellanza, ideato dal direttore artistico Thomas Jolly come omaggio al combattimento femminista. Ad accompagnarle c’era stata la performance della cantante Axelle Saint-Cirel, che aveva intonato La Marseillaise dal tetto del Grand Palais. “Il loro contributo al mondo, talvolta sconosciuto, spesso attenuato o ingiustamente dimenticato, è ora inscritto nello spazio pubblico” commenta Jolly a proposito dell’iniziativa del comune di Parigi.
Il nuovo pantheon laico delle eroine francesi in rue de la Chapelle si inserisce in un progetto educativo più ampio rivolto anche alle scuole e ai quartieri popolari. Un modo per raccontare la storia da un’altra angolazione, ricordare che anche le donne “fanno la storia”, e interrogare visivamente chi attraversa lo spazio urbano. Oggi meno del dieci per cento dei monumenti dedicati a personaggi storici raffigura una donna, spesso in ruoli allegorici o subordinati. Una lacuna che la sindaca Anne Hidalgo ha cominciato a colmare, pur lentamente, con installazioni simboliche e scelte più paritarie nella denominazione di strade, piazze, biblioteche.