Tutti da Tadej Pogacar. O meglio pochi eletti e tanto pubblico… da Tadej Pogacar. A distanza di una settimana scarsa dal suo criterium, a Komenda non si è ancora spenta l’eco di una fantastica giornata di sport che ha visto l’abbraccio dei tifosi sloveni attorno al campione del mondo (in apertura (foto @alenmilavec).
Tra gli ospiti, nella cittadina slovena che ha dato i natali a Pogacar, c’era anche Matteo Trentin. Il corridore della Tudor Pro Cycling era uno degli otto grandi atleti presenti. Alla fine Trentin è un boss del gruppo, un veterano, vive a Montecarlo come Pogacar e i due, come altri corridori, sono molto amici. Ed è proprio Matteo che ci racconta come è andata.
Tanta gente a bordo strada e circuito divertente. In tutto tra categorie giovanili ed elite hanno preso il via 350 atleti (foto @alenmilavec)
Tanta gente a bordo strada e circuito divertente. In tutto tra categorie giovanili ed elite hanno preso il via 350 atleti (foto @alenmilavec)
Criterium Tadej Pogacar
E’ la settima volta che si tiene questo circuito, una vera festa cittadina a Komenda. Di solito si corre a giugno, ma Tadej era concentrato sul Tour de France e quindi lo ha spostato a dopo la corsa francese. Così l’evento si è trasformato anche in una festa per celebrare il suo quarto successo alla Grande Boucle.
«E’ stato bello – racconta Trentin – una gara piena di gente, c’erano anche i piccoli prima di noi elite e tanta, tanta gente alle transenne. Alla fine tanti sloveni, che abitano non lontano da Lubiana, ma anche turisti. C’erano italiani, tedeschi, francesi. Sapete, bastava che chi era al mare in Istria o in Croazia o sulle coste slovene si spostasse: con un’ora e mezza di auto era a Komenda. E se sei un appassionato di ciclismo, perché perdere l’occasione di vedere il campione del mondo e altri corridori gratis a un metro da te? Questa è l’essenza del ciclismo. Sì, davvero un bell’ambiente».
Trentin racconta che Pogacar ha fatto un giro di telefonate per portare qualche collega del WorldTour. Lui era disponibile e non ha avuto problemi a dire sì a un amico.
«Ma – spiega Trentin – non è poi così facile essere presenti. Quel weekend se non ricordo male si correva su quattro fronti».
Gli 8 atelti di prima fascia presenti a Komeda (foto @alenmilavec)
Gli 8 atelti di prima fascia presenti a Komeda (foto @alenmilavec)
Pancia a terra
La giornata è iniziata alle ore 15 con le prove degli esordienti, degli allievi, degli Under 15 e Under 17, maschili e femminili. Poi è stata la volta degli Under 19 e delle donne elite. Alle 19,30 hanno preso il via gli elite uomini. Oltre a Pogacar e Trentin c’erano altri tre sloveni di grido: Matej Mohoric, anche lui super acclamato, Luka Mezgec e Matevz Govekar. Con loro i compagni di squadra di Pogacar, Tim Wellens e Pavel Sivakov.
«Ed è stata gara vera – riprende Trentin – non potete capire come siamo andati. C’erano anche diversi atleti delle continental locali, come la Adria Mobil, e delle giovanili dei team WorldTour. Questi sono partiti a tutta: i primi 15 giri… pancia a terra! Una gara super caotica, poi nel finale hanno un po’ calato. Ma che ritmi!
«Tra l’altro il circuito si prestava: misurava un chilometro circa e abbiamo fatto 35 tornate. Era carino, tutto dentro al paese che è davvero piccolino. Si partiva da una piazza, poi ricordo qualche stradina, una chiesetta e nel finale per tornare all’arrivo c’era una salitella. Mi è rimasto in mente il fatto che partendo noi al tramonto, nei primi giri quando tornavamo verso l’arrivo avevamo il sole in faccia e non si vedeva nulla. Non era facile».
Sole contro e ritmi folli… (foto @alenmilavec)
Sole contro e ritmi folli… (foto @alenmilavec)
Komenda perla slovena
Komenda è il paese natale di Pogacar. Si trova più o meno nel centro della Slovenia, a circa 25 chilometri a nord della capitale Lubiana e a 120 da Gorizia. E’ una terra collinare, poco sopra i 300 metri di quota.
«Come dicevo – riprende Trentin – Komenda è un paesino molto piccolo, ma grazioso. Io l’ho vissuto poco perché sarei dovuto arrivare un giorno prima, ma qualche piccolo intoppo familiare ha ritardato il mio arrivo. Komenda è in un catino circondato da colline, ma poco fuori ci sono anche delle montagne. Nell’hotel in cui eravamo, ad esempio poco fuori Komenda, c’era un impianto che portava su una montagna a 1.650 metri dove d’inverno si scia».
«Il programma era di allenarci tutti insieme il giorno prima, ma io essendo arrivato tardi non ho potuto. Così mi sono allenato strada facendo. E per fortuna, visti i ritmi che ci sono stati».
Trentin ha parlato di un Pogacar sereno che si è prestato all’abbraccio della su gente (foto @alenmilavec)
Trentin ha parlato di un Pogacar sereno che si è prestato all’abbraccio della su gente (foto @alenmilavec)
Tadej e Matteo al rientro
Domani Matteo Trentin correrà ad Amburgo, alla Hamburg Cyclassics. La classica tedesca sarà il suo rientro ufficiale alle gare e lui sembra stare bene. Tadej invece rientrerà il 12 settembre in Canada. Come lo ha trovato dopo essere uscito stanco, almeno mentalmente, dal Tour?
«Tutto sommato bene – dice Trentin – lui è sempre tranquillo, sorridente. Alla fine ci ho anche parlato poco perché giustamente la serata era la sua. Avrà firmato 800.000 autografi e fatto 500.000 selfie. Ma è stato bello. Questa è un po’ l’essenza del ciclismo. In quale sport vedi il tuo campione preferito a un metro, gratis, e magari gli dai anche il cinque?
«Noi del WorldTour (tecnicamente io non sono in un team WT, ma è chiaro che appartengo alla categoria dei corridori di prima fascia presenti a Komenda) dopo la corsa siamo stati un po’ insieme, abbiamo mangiato, bevuto una birra e poi con le famiglie siamo tornati in hotel. E il giorno dopo siamo ripartiti con il ricordo di un bel “casino”».