Accade per esempio a Parma, dove il Regolamento per la Convivenza obbliga i gestori ad “assicurare la piena ed effettiva fruibilità ed efficienza dei servizi igienici interni ai locali (consentendone l’utilizzo gratuito al pubblico)”. Un’indicazione per ceri versi antitetica a quella che fa trasparire il  regolamento in vigore invece a Venezia. All’articolo 11, secondo comma del testo che regola i servizi pubblici comunali è infatti non a caso scritto: “Tutti gli esercizi pubblici devono avere almeno un servizio igienico destinato alla clientela”. Attenzione all’ultima parola: “clientela”, ovvero chi per definizione consuma e paga. Viene da chiedersi se a questo punto, per aggirare i divieti, qualcuno non proverà a chiedere direttamente di copiare i borghesi de Il fantasma della libertà di Luis Buñuel,  sostituendo gli sgabelli attorno ai tavoli con dei pratici water su cui sedersi (letteralmente) “in caso di bisogno”.