Tensioni a Palazzo Chigi sul caso del comitato per i vaccini. Giorgia Meloni “è irritata” con il ministro alla Salute Orazio Schillaci per il decreto, firmato questa mattina, che ha revocato la commissione di esperti facendo così decadere i due medici “no-vax” Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite. La premier non ha affatto preso bene – eufemismo – la scelta del ministro tecnico, a quanto risulta al Messaggero. E con i suoi – ma lo ha fatto sapere anche al diretto interessato – l’ha definita una decisione “non concordata” perché “noi da sempre crediamo nel pluralismo e nel confronto”.

Una netta presa di distanze. I medici dovevano restare al loro posto, è la linea della leader. Così come il comitato sciolto oggi da Schillaci. Meloni è adirata per il can can mediatico e politico sollevato dal ministro sulla presenza dei due medici “no-vax” nel comitato. Che apre un fronte nel governo peraltro in giornate particolarmente sensibili sul piano internazionale.

Nei giorni scorsi erano addirittura circolate con forza le voci di dimissioni sul tavolo di Schillaci, qualora i due professori fossero rimasti nel comitato di esperti, poi all’ultimo smentite dallo staff del ministro. Ora i distinguo della premier. Che in nome del “pluralismo” avrebbe invece lasciato intatto il comitato di esperti. Nelle stesse ore Forza Italia, con Licia Ronzulli, vicepresidente dei senatori azzurri, applaude alla scelta di Schillaci: “Un atto di responsabilità e di tutela verso i cittadini.

È fondamentale che chi siede in organismi così delicati sia coerente con l’evidenza scientifica”. Segno che in casa centrodestra, alla ripresa dalla pausa estiva, ma forse anche prima, servirà un confronto urgente per concordare la linea sulla Sanità. Un fronte politicamente delicatissimo che Meloni stessa presidia da vicino in queste settimane. Consapevole dell’impatto che ha sul consenso, dentro e fuori il centrodestra.


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