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Meruyert Kaliyeva è la direttrice artistica dell’Almaty Museum of Arts. La sua carriera professionale inizia da Christie’s a Londra, come specialista associato nel dipartimento di arte contemporanea e nel 2016-17 si distingue come Young patrons della Tate. Tornata in Kazakistan nel 2014, ha fondato Aspan Gallery, specializzata in arte contemporanea dell’Asia Centrale, nel 2022 ha curato il primo padiglione nazionale del Kazakistan alla Biennale di Venezia, che ha ricevuto importanti riconoscimenti dai media, con un progetto del collettivo transdisciplinare ORTA basato sulle idee dell’artista, inventore, scrittore e Sergey Kalmykov. Nel 2020 è stata invitata da Nurlan Smagulov a partecipare allo sviluppo del progetto museale che ha dato vita all’Almaty Museum of Arts. Abbiamo incontrato Meruyert Kaliyeva per scoprire cosa significa dare forma a un’istituzione culturale in un contesto tanto ricco quanto in trasformazione, un progetto che promette di ridefinire il panorama culturale dell’Asia Centrale.
Cosa l’ha spinta ad accettare la direzione artistica di questo nuovo museo ad Almaty?
Dal punto di vista professionale è una sfida e una responsabilità straordinaria. Questo museo non si limita a esporre grandi opere d’arte ma mira a costruire un’infrastruttura sostenibile nel lungo periodo che sostenga gli artisti, educhi il pubblico e crei uno spazio in cui possano emergere nuove narrazioni dall’Asia Centrale. Essere parte di questo processo, fin dalle sue fondamenta, è allo stesso tempo stimolante ed esaltante.
Qual è la missione del museo?
Creare una piattaforma dinamica per l’arte contemporanea, che sostenga la sperimentazione artistica, promuova il dialogo critico e colleghi le prospettive locali e globali. Il nostro obiettivo è rendere l’arte accessibile a un vasto pubblico.
Cosa distingue il museo nel panorama culturale dell’Asia Centrale?
Le sue dimensioni, le sue ambizioni e la sua visione internazionale. Come prima grande istituzione privata del suo genere nella regione, il museo riunisce mostre di livello internazionale, nuove commissioni, programmi pubblici e iniziative educative. Allo stesso tempo, è profondamente radicato nel luogo, attento alle storie, alle urgenze e all’energia creativa dell’Asia Centrale. Il museo non è solo uno spazio per vedere l’arte, ma un luogo per pensare, imparare e connettersi – un sito di scambio culturale che riflette la posizione unica di Almaty all’intersezione di tradizioni, geografie e futuri.
Quindi perché proprio ad Almaty?
Almaty è la città più grande del Kazakistan ed è considerata la sua capitale culturale. È anche la città natale del fondatore del museo, il che conferisce al progetto una dimensione profondamente personale. Il museo è il suo regalo alla città in cui è cresciuto, ha studiato e ha costruito la sua attività, un modo per restituire alla comunità che lo ha formato. La posizione unica di Almaty all’incrocio di culture, tra Oriente e Occidente, tradizione e modernità, la rende un luogo ideale per un museo d’arte contemporanea di queste dimensioni e ambizioni.