MESTRE – La storia si ripete, anche quest’anno mancano insegnanti di sostegno. Dopo le nomine tra i vincitori di concorso e quelle dalla graduatoria provinciale, la metà dei posti è rimasta vuota. Nella sola provincia di Venezia ne mancano 210 (di cui 2 nella scuola dell’infanzia e 208 nella primaria), mentre in tutto il Veneto i posti vacanti sono 1004, concentrati quasi tutti sempre nella primaria con 985 cattedre per il sostegno ancora senza docente.

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LA NOVITÀ

Ma quest’anno il ministero ha introdotto una novità: una “mini call” aperta ieri e che proseguirà fino al 17 agosto. Praticamente accessibile solo nel fine settimana di Ferragosto. Ovviamente la richiesta è online, considerato che in questi giorni di festa al ministero ci sarà – forse – solo il custode. Quindi chi non ha ricevuto la chiamata attraverso le Gps (Graduatorie provinciali di supplenza) per il sostegno della propria provincia può candidarsi per andare in altre province o regioni. Considerato che il territorio veneziano, e veneto in generale, è sempre in carenza di candidati si prospetta l’arrivo dei prof di regioni in cui i posti per gli insegnanti di sostegno sono già occupati. Quindi, come spesso accade nella scuola, arriveranno i docenti del Sud, con il rischio che a distanza di qualche anno chiedano l’avvicinamento a casa.

IL PROBLEMA

Nel sostegno poi c’è un doppio problema: non solo la metà dei docenti è precario con contratto a termine fino al 30 giugno, ma è anche senza il titolo di specializzazione. «Il problema è a monte nelle università: la programmazione per la formazione dei docenti di sostegno ha numeri inadeguati – spiega Sandra Biolo, segretario generale della Cisl Scuola per il Veneto – non ricoprono nemmeno il cinquanta per cento delle richieste. Il problema è soprattutto nella scuola primaria, dove un alunno su due avrà un docente non specializzato e anche precario».

In Veneto le università con i corsi di specializzazione per il sostegno sono Padova e Verona con 300 posti l’anno ciascuna. Sulla seconda gravita anche l’utenza della vicina Lombardia. Considerato l’abbandono scolastico, alla fine escono circa duecento specializzati all’anno per ateneo. «Numeri di gran lunga insufficienti – prosegue la sindacalista – che occupano solo la metà dei posti disponibili». Penalizzati quindi gli studenti più fragili che nella metà dei casi si contendono un docente precario, che quindi è a rischio cambio ogni anno, e nemmeno specializzato. Quest’anno il ministero per garantire la continuità didattica ha introdotto la riconferma del prof di sostegno su richiesta delle famiglie, dopo che sono stati assegnati i posti in ruolo, e se c’è l’approvazione del dirigente scolastico. Una decisione osteggiata dai sindacati. Per quest’anno è una sorta di sperimentazione e ancora non si conoscono i numeri di quanti genitori ne abbiano fatto richiesta.

POCHE MAESTRE

Oltre al sostegno, che è sempre il versante più carente, malgrado l’infilata dei recenti concorsi, mancano ancora docenti alla scuola primaria e prof di matematica e di discipline che richiedono la laurea in ingegneria. Bene sul fronte presidi: il 27 agosto verranno assegnate le sedi a 23 nuovi dirigenti scolastici in tutto il Veneto.