Un dialogo filosofico, un manuale sulla pesca, una celebrazione della bellezza dell’armonia fra gli uomini e la natura. Torna “Il pescatore perfetto” di Izaak Walton, classico inglese del diciassettesimo secolo, tra prosa e versi, citazioni letterarie e riferimenti biblici. Un vademecum senza tempo per pescare, un inno di ecologia e spiritualità…
Quando la parola “classico” non è usata a caso. Stiamo parlando di un libro del diciassettesimo secolo ristampato ininterrottamente e che vanta anche qualche tentativo di imitazione. Una longevità tutt’altro che miracolosa, per la qualità del testo. In Italia mancava, però, dalle librerie da una trentina d’anni, e la casa editrice messinese Bordolibero ha colmato un vuoto, inaugurando una collana, operaViva. La spiegazione della nuova serie di classici? È presto fatta, arriva dallo stesso editore: «L’opera viva, o carena, è la parte immersa dello scafo. Si trova al di sotto della linea di galleggiamento e costituisce, idealmente, le fondamenta di un’imbarcazione». Il primo volume di questa serie è Il pescatore perfetto (292 pagine, 23 euro) di Izaak Wlton, tradotto e curato da Domenico Cosmai, con un saggio finale di Miguel de Unamuno.
Gli alfieri di pesca, falconeria e caccia
L’opera principale di Izaak Walton – edita nel 1653, su cui l’autore, biografo di uomini illustri, amico, fra gli altri di John Donne, tornò più volte nei due decenni successivi – è godibilissima, è un dialogo filosofico camuffato da manuale di pesca con la lenza, un libro scritto in prosa e in versi, che non disdegna citazioni dalla Bibbia e da opere letterarie, eppure sa parlare a tanti, se non a tutti, con la semplicità che caratterizzava Izaak Walton nella vita, oltre che nella scrittura; sulle sponde del fiume Lea, vicino Londra, si confrontano inizialmente Piscator, Auceps e Venator, rispettivamente alfieri della pesca, della falconeria e della caccia; è il primo – tranquillo e pio, amante della buona tavola e dell’amicizia – ad avere il sopravvento, finendo per descrivere molti esemplari di pesci e le tecniche per catturarli e perfino i modi in cui cucinarli e mangiarli, istruzioni senza tempo che si sposano con la gioia pura di metterle in pratica.
Inattualità e ottimismo
Il perfetto pescatore è pervaso da una visione ottimistica, che emerge fra i rivoli delle digressioni di uno pseudo trattato che – oltre a essere un vademecum per chi pratica la pesca, indicando perfino le esche migliori e i fiumi più adatti – celebra la vita agreste, l’Inghilterra delle campagne, una corrispondenza di amorosi sensi, l’armonia fra l’uomo e la natura, fra ecologia e spiritualità. Poche, pochissime le concessioni di Izaak Walton all’attualità. Edito quando si era da poco conclusa, dopo sette anni, la guerra civile inglese, il suo libro, probabilmente, apparve felicemente inattuale ai suoi contemporanei, un modo di voltare pagina.
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