Paghi con carta e ti “rubano” 300 euro-okmugello.it © N. c.
Una nuova modalità di frode legata ai pagamenti elettronici sta suscitando preoccupazione tra i consumatori italiani: la cosiddetta truffa della carta bianca. Questo inganno sfrutta la clonazione delle carte di pagamento attraverso dispositivi elettronici installati nei punti vendita, causando addebiti imprevisti e ingenti, mediamente intorno ai 300 euro, a danno delle vittime.
La truffa si basa sull’utilizzo di un dispositivo chiamato skimmer, che viene abilmente posizionato sui terminali POS presenti in negozi, supermercati e altri esercizi commerciali. Questo apparecchio consente ai truffatori di duplicare i dati della carta di credito, debito o delle app di pagamento al momento della transazione. La carta originale della vittima viene così clonata su una tessera bianca, priva di loghi o dati visibili, da cui prende il nome la truffa. Successivamente i malviventi possono effettuare acquisti o prelievi fraudolenti senza che la vittima si accorga subito dell’addebito.
La sofisticazione della frode si estende anche all’uso di microcamere nascoste o tastiere sovrapposte che registrano il codice PIN digitato durante la transazione, aumentando così la vulnerabilità del consumatore. Il fenomeno non è limitato ai pagamenti online, che rimangono comunque una minaccia, ma riguarda anche il mondo “offline”, dove l’attenzione è spesso minore.
Come riconoscere e prevenire la truffa delle carte clonate
Per difendersi efficacemente dalla clonazione della carta è fondamentale adottare alcune misure preventive:
- Ispezionare il terminale POS prima di inserire la carta, cercando segni di manomissione come spessori anomali, componenti aggiuntivi o parti allentate che potrebbero nascondere uno skimmer.
- Coprire sempre la tastiera durante l’inserimento del PIN per impedire a telecamere nascoste o a persone nelle vicinanze di registrare la sequenza numerica.
- Monitorare regolarmente l’estratto conto e segnalare immediatamente alla banca qualsiasi addebito sospetto.
Gli esperti delle forze dell’ordine segnalano che spesso gli skimmer sono installati in pochi secondi, approfittando di momenti di distrazione del personale di cassa, rendendo difficile la loro individuazione da parte degli utenti.
Il contesto attuale e l’impatto delle frodi digitali
Secondo il comando carabinieri di Trento, la truffa delle white cards è una delle nuove frontiere del crimine informatico legato alle frodi con carte di pagamento. Nel 2024, il volume delle frodi digitali è cresciuto tra il 15 e il 20%, con un giro d’affari che si aggira intorno ai dieci miliardi di euro all’anno in Italia.
Le carte bianco “invisibili” sono dotate di banda magnetica o chip programmabile, e la clonazione avviene tramite apparecchiature high-tech come i lettori Msr, capaci di scrivere i dati rubati sulle carte vergini. Le frodi via phishing e vishing, che inducono le vittime a fornire codici di sicurezza tramite email o telefonate fraudolente, rappresentano una minaccia complementare molto diffusa.
L’indagine “Free Fuel” condotta dai carabinieri ha smascherato una vasta rete criminale specializzata nella clonazione di carte carburante tramite skimmer sofisticati, capaci di operare contemporaneamente in diverse città senza destare sospetti. Questo testimonia la complessità e la pericolosità del fenomeno, che coinvolge anche la vendita clandestina di strumenti e tutorial sui canali oscuri di Telegram e del dark web.
Le istituzioni stanno implementando sistemi di sicurezza basati su intelligenza artificiale e geolocalizzazione per limitare l’uso fraudolento delle carte, ma la frammentazione delle denunce e la rapidità dell’evoluzione tecnologica rendono la lotta contro queste truffe particolarmente difficile.
La consapevolezza e la prevenzione rimangono le armi principali dei consumatori, che devono mantenere alta l’attenzione anche nei contesti di pagamento tradizionali e segnalare ogni attività sospetta agli organi competenti.