di
Vera Mantengoli

Nella notte l’operazione per rimuovere «The Migrant Child» dal palazzo sul canale: verrà restaurato. I piani sul futuro dell’edificio

Il «bambino migrante» è al sicuro. Si trova in un caveau a Mestre in attesa di essere preso in affido dal restauratore Federico Borgogni che, per Banca Ifis, se ne prenderà cura ripristinando quanto le maree e le intemperie gli hanno tolto. Si sono concluse nella notte tra 23 e 24 luglio le operazioni di rimozione del murale veneziano di Banksy intitolato «The Migrant Child», realizzato tra l’8 e 9 maggio 2019. L’opera è stata staccata dal muro di palazzo San Pantalon e inserita in una grande custodia di acciaio per un peso totale di otto tonnellate. La società Star Venice Servizi l’ha portata in un caveau a Mestre, ma mercoledì notte si è dovuto aspettare per ore che la marea calasse prima di spostare le due grandi barche dedicate all’operazione, Anna, munita di apposite gru, e Cristina, di appoggio. Decine di persone tra operai, security e documentaristi (per Banca Ifis) hanno atteso il momento giusto per agganciare il contenitore alle gru e posizionarlo su Anna per poi partire verso il luogo sicuro. Per paura di furti il luogo dove si trova il murale, seconda opera di Banksy in Italia dopo la Madonna con la pistola di Napoli, verrà svelato solo successivamente.

I progetti sull’edificio

L’opera raffigura un piccolo migrante realizzato in grigio e nero con il braccio destro alzato mentre impugna una torcia da cui si diffondeva una gigantesca nuvola rosa, segno di allarme. Il passato è d’obbligo perché in realtà oggi di rosa è rimasto l’alone che lo circonda e i piedi del piccolo sono stati usurati dalle maree. Che cosa avrebbe voluto Banksy? Conservare l’opera o lasciarla sparire? Quando «The migrant child» ha iniziato a corrodersi in molti hanno chiesto di fare qualcosa fino a quando Vittorio Sgarbi, all’epoca sottosegretario alla Cultura, si è rivolto, sostenuto dal sindaco Luigi Brugnaro e dal presidente del Veneto Luca Zaia, al presidente di Banca Ifis Ernesto Furstenberg che ha acquistato l’intero edificio, abbandonato da anni, nel 2024. Pochi mesi fa, l’annuncio che verrà restaurato dallo Studio Zaha Hadid di Londra con il supporto di Th&Ma Architettura degli ingegneri Davide Sabbadin e Alessandro Gasparini per diventare un punto di riferimento per l’arte dei giovani.



















































Il restauro del «bambino migrante»

«Dopo sei anni di incuria che ne hanno determinato il deperimento di una porzione pari al 30%, l’opera dell’artista britannico è ora salva e pronta per continuare a diffondere il proprio messaggio di inclusione e speranza», spiegano da Banca Ifis. L’operazione è iniziata da quasi due mesi: «Affidati al restauratore Federico Borgogni, i lavori di messa in sicurezza di The Migrant Child hanno preso il via lo scorso martedì 3 giugno. In questo periodo di tempo, Borgogni ha provveduto a svolgere la fase di depolveratura, i consolidamenti superficiali e di profondità e la pulitura delle superfici, operazioni necessarie per procedere al ristabilimento dell’adesione tra supporto murario e l’intonaco». Tutte fasi preparatorie al lavoro di distacco dell’opera dalla parete del palazzo, visto che la tecnica pittorica rendeva inutilizzabili i metodi tradizionali di restauro. «L’intervento in programma prevede la rimozione selettiva delle aree murarie compromesse, con successivo riposizionamento dell’opera su un nuovo supporto alveolare, idoneo alla conservazione a lungo termine. Seguiranno la stuccatura delle lacune e un’integrazione pittorica a sottotono, condotta con criteri di riconoscibilità e nel rispetto della materia originale». Ora il piccolo migrante si trova in un laboratorio top secret in attesa di tornare alla luce (e agli amanti della street art).


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24 luglio 2025 ( modifica il 24 luglio 2025 | 12:43)