Sanità costiSanità costiCampagne informative, totem interattivi e consultazioni online: il piano della Regione. L’assessore Fabi: “Non è una caccia ai cittadini, ma un percorso di equità per garantire la tenuta del sistema sanitario”

Bologna – Dopo la lunga sospensione dovuta alla pandemia da coronavirus, la Regione Emilia-Romagna riparte con un’azione mirata al recupero dei ticket sanitari non riscossi. Un’operazione che coinvolgerà le Aziende sanitarie, chiamate a definire regolamenti specifici, e che sarà accompagnata da strumenti informativi e tecnologici per i cittadini: dai totem automatici nelle strutture ospedaliere fino alla possibilità di controllare le proprie posizioni direttamente sul Fascicolo Sanitario Elettronico.

Perché il recupero adesso

Il sistema dei ticket, introdotto a livello nazionale come forma di compartecipazione alla spesa sanitaria, ha registrato durante il Covid un forte rallentamento nei pagamenti e nell’invio dei solleciti. Nel 2020 i crediti non riscossi ammontavano a circa 7,5 milioni di euro, cifra salita a oltre 21 milioni nel 2024. Un incremento legato in gran parte alla sospensione delle procedure e alle difficoltà di rintracciare alcuni assistiti, soprattutto per le prestazioni di pronto soccorso.

Le parole dell’assessore Fabi

“Non si tratta di una mera operazione di riscossione crediti, né tantomeno di una caccia a chi ha sbagliato – spiega Massimo Fabi, assessore regionale alle Politiche per la salute –. Vogliamo invece portare avanti questo percorso insieme ai cittadini, con spirito di collaborazione. È un tema di equità: il contributo di ciascuno è essenziale per mantenere la tenuta del nostro servizio sanitario, che resta un diritto universale”.

I numeri della riscossione

Negli ultimi quattro anni il numero di cittadini invitati a regolarizzare i pagamenti è triplicato, passando da 88mila nel 2020 a quasi 246mila nel 2024. In diversi casi, tuttavia, il credito è risultato inesigibile per irreperibilità del debitore. La Regione monitorerà costantemente l’andamento del piano, che si concluderà entro il 2026, con verifiche periodiche anche sui ticket maturati nel 2025.

Le modalità previste

Le Ausl potranno inviare fino a due solleciti tramite PEC o raccomandata e, per i crediti più datati (almeno fino al 2022), procedere all’iscrizione a ruolo. Parallelamente saranno condotte campagne di sensibilizzazione per ricordare l’importanza non solo del pagamento, ma anche della disdetta delle prestazioni programmate: chi non cancella in tempo una visita, infatti, è comunque tenuto a versare il ticket previsto.

Le tariffe dei ticket

Il contributo base stabilito a livello nazionale è di 25 euro per gli accessi in pronto soccorso con codice bianco o verde non seguiti da ricovero, con l’esenzione per i minori di 14 anni. L’importo può arrivare a 50 euro o più in caso di prestazioni diagnostiche aggiuntive. In Emilia-Romagna, diversamente da altre Regioni, non sono state applicate tariffe superiori al minimo stabilito. Nessun pagamento è richiesto per i codici rossi, arancioni e azzurri.

Un piano condiviso

Il recupero dei ticket – sottolinea la Regione – non è pensato come un’azione punitiva, ma come un impegno collettivo per garantire la sostenibilità del sistema sanitario pubblico. L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato rimettere in equilibrio i conti, dall’altro rafforzare la fiducia dei cittadini attraverso trasparenza, informazione e strumenti digitali di facile utilizzo