TRENTO. Si va dai 1500 pazienti e si superano i 1800 o anche i 2 mila. I medici di medicina generale, o medici di famiglia, sono sempre più sotto pressione. Rappresentano la figura centrale del servizio sanitario nazionale da cui ognuno di noi deve passare.

 

E’ al medico di famiglia a cui dobbiamo rivolgerci per i disturbi di lieve entità o per capire se servono oppure no visite specialistiche. Ed è sempre il medico di famiglia che deve svolgere l’importante filtro per evitare l’intasamento di codici bianchi nei Pronto Soccorso.

 

Un ruolo che oggi, però, si scontra sempre più con i limiti dell’assistenza territoriale, con le carenze nei paesi di fronte ad un invecchiamento della popolazione e ad un aumento delle richieste di aiuto. A questo va ad aggiungersi il crescente numero di pensionamenti che rischiano di compromettere gravemente la stabilità del servizio sanitario visto che, almeno per il momento, con molta difficoltà si trovano i sostituti.

 

Nell’ultimo periodo, una delle zone con maggiore criticità è l’ambito Alta Valsugana e Bersntol dove, è stato spiegato in una delibera dell’Apss “è in atto una situazione di carenza assistenziale non completamente risolta con l’assegnazione parziale delle zone carenti pubblicate nel corso dell’anno 2025”.

 

Preso atto della mancata disponibilità, dei medici interpellati, all’assunzione di incarichi provvisori proposti nell’ambito territoriale, viene spiegato, “si è proceduto alla attivazione della procedura di deroga volontaria ai massimali dei medici inseriti fino al limite massimo di 1800 unità e per un periodo massimo di 24 mesi”.

 

In poche parole, i medici mancano e quelli che ci sono cercano di offrire un servizio anche per quelle aree che si trovano scoperte aumentano il proprio limite di pazienti. Un impegno non di poco conto considerando l’aggiunta di mole di carte e burocrazia che i medici di base sono costretti fare ogni giorno.

 

Pensare che i medici di base, in condizioni del genere, possano svolgere quel ruolo di “filtro” che dovrebbe consistere nel seguire tutti evitando di appesantire gli accessi dei pronto soccorso sparsi sul territorio è inimmaginabile.

 

“SIAMO IN PIENA GOBBA PENSIONISTICA”

 

“Ad oggi ci sono 450 medici di medicina generale sul territorio che coprono un rapporto fiduciario e di continuità assistenziale. Siamo in piena gobba pensionistica per cui si possono creare carenze in alcuni ambiti ma confidiamo che le condizioni siglate nell’accordo oltre alla borsa integrativa per la formazione (per cui quest’anno sono aumentate le domande di partecipazione al corso) possano compensare l’esodo”. A dirlo è il dottor Valerio di Giannantonio, segretario generale provinciale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale del Trentino.

 

Il nuovo accordo ai cui si fa riferimento è quello a livello provinciale in cui è stato definito l’inquadramento economico ed organizzativo che chiedevano i giovani medici per l’ingresso alla professione. “Abbiamo definito la retribuzione per le attività nelle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) nelle Case e negli Ospedali di Comunità, introdotto contributi per ambulatori e in ambito informati oltre a tutele per la genitorialità” continua Giannantonio.

 

Secondo il trend delle cessazioni per pensionamento nei prossimi anni dei medici di medicina generale, se nel 2025 sono previsti 14 pensionamenti, nel 2026 si arriverà a 19 medici in pensione e nel 2027 altri 15.

 

Qualche nota positiva sembra arrivare dall’ambito della formazione. Se nel triennio 2024-2027, solo 13 medici si sono iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale su 44 posti disponibili per il triennio 2025-2028 sono state 41.

 

La strada per garantire una copertura omogenea e sostenibile della medicina di base in Trentino resta lunga e complessa. I numeri raccontano di una pressione crescente e di un futuro immediato segnato da pensionamenti e difficoltà di sostituzione, ma anche di una generazione di nuovi medici che sembra pronta a raccogliere il testimone. La sostenibilità e l’attrattività di questa professione saranno gli aspetti su cui puntare per fare in modo che il medico di famiglia possa continuare a fomentare una vero e proprio punto di riferimento per tutta la comunità.