Con Albert Finney, Caine e Tom Courtenay, Stamp si trasforma nella faccia della nuova working class. Diventa un’icona e persino i Kinks fanno riferimento a lui e alla sua fidanzata di allora nella loro hit Waterloo Sunset: sono Terence Stamp e Julie Christie quei “Terry e Julie” che attraversano il fiume. Una passione tanto forte quanto passeggera, in un mondo che cambiava in fretta e che rischiava di fagocitarti soprattutto se ne eri un effimero epicentro. Insieme Terry e Julie girarono pure, quando la fiamma dell’amore non si era ancora del tutto spenta, uno dei più belli e sfortunati adattamenti di Via dalla pazza follia. Un flop che l’attore stesso non si spiegherà mai davvero: “È stato il primo progetto veramente commerciale a cui ho preso parte, e sono rimasto piuttosto scioccato dalla reazione. Pensavo che avesse tutto”, raccontò anni dopo. Nel film Stamp doveva interpretare uno dei tanti spasimanti di Betsabea: “L’ho vista come Betsabea, il personaggio che interpretava, di cui tutti gli uomini del film si innamoravano. Ma non è stato difficile, con una come Julie”, disse una decina di anni fa al Guardian. La sua carriera in quel periodo era un pendolo che si muoveva tra il cinema condito di istanze sociali del primo Ken Loach e le versioni filmiche dei capolavori della letteratura di matrice anglosassone. Classico ma “sporco di polvere”, elegante e vero, cattivo ma magnetico. Questo era il profilo di Terence Stamp in una manciata di aggettivi volutamente contraddittori.