Migliaia di persone sono scese in piazza stasera in Serbia sfidando le minacce del presidente Aleksandar Vucic, che qualche ora prima aveva annunciato che ci saranno misure severe, senza però precisare quali, contro i manifestanti antigovernativi dopo giorni di scontri nelle strade del Paese. I dimostranti hanno protestato sia nella capitale Belgrado, sia in diverse altre città serbe e, al grido di ‘Arrestate Vucic’, hanno chiesto il rilascio di tutte le persone arrestate nei giorni scorsi. Non si hanno notizie di scontri. In uno dei suoi frequenti discorsi televisivi alla nazione, Vucic ha accusato i manifestanti antigovernativi di “puro terrorismo” e ha ribadito la sua tesi secondo cui i mesi di proteste contro il suo governo sarebbero stati orchestrati dall’Occidente con l’obiettivo di distruggere la Serbia.
Il Presidente serbo Aleksandar Vucic (Rainews24)
“Il nostro Paese è in grave pericolo, hanno messo a repentaglio tutti i nostri valori, la vita normale, ogni singolo individuo”, ha detto Vucic, sostenendo l’esistenza di un piano elaborato che alla fine porterebbe all’insediamento di autorità “anarchiche-di sinistra”. Non ha fornito alcuna prova concreta a sostegno delle sue affermazioni. “Se non adottiamo misure più severe, è solo questione di giorni prima che loro (i manifestanti) uccidano qualcuno”, ha affermato Vucic, “lo dico per la storia”. I severi avvertimenti sono stati lanciati dopo cinque notti consecutive di scontri tra i manifestanti da un lato e la polizia e i fedelissimi di Vucic dall’altro. Sabato sera, alcuni manifestanti hanno dato fuoco alla sede del Partito Progressista Serbo di Vucic in una città della Serbia occidentale, nonché alle sedi di altri alleati della coalizione di governo.
Le proteste in Serbia (@web)
18/08/2025
Sabato sera i manifestanti si sono scontrati anche con la polizia a Belgrado, la capitale, e nella città settentrionale di Novi Sad. Gli agenti in tenuta antisommossa hanno usato gas lacrimogeni contro i manifestanti che lanciavano granate stordenti, razzi e bottiglie. Vucic non ha specificato quale sarà la risposta dello Stato, che secondo lui arriverà entro una settimana. Ha però sottolineato che non è imminente lo stato di emergenza. Negli ultimi giorni sono state arrestate e ferite decine di persone, mentre la polizia è stata accusata di uso eccessivo della forza e di arresti arbitrari dei manifestanti. “Sarete testimoni della determinazione dello Stato serbo”, ha affermato Vucic, “useremo tutti i mezzi a nostra disposizione per ripristinare la pace e l’ordine nel Paese”.
manifestanti antigovernativi a Belgrado, Serbia il 13 agosto 2025 (afp)
Gli scontri di questa settimana hanno segnato una grave escalation dopo oltre 9 mesi di manifestazioni sostanzialmente pacifiche. Le proteste sono iniziate dopo che il 1° novembre dell’anno scorso una pensilina di cemento della stazione ferroviaria di Novi Sad, nel nord della Serbia, è crollata provocando 16 morti. Molti in Serbia hanno attribuito la tragedia alla presunta corruzione diffusa nei progetti infrastrutturali gestiti dallo Stato, che secondo loro ha alimentato lavori di ristrutturazione scadenti. Il presidente serbo è stato accusato di soffocare le libertà democratiche e di permettere il fiorire della criminalità organizzata e della corruzione, accuse che lui nega. La Serbia sta cercando formalmente di aderire all’Ue, ma Vucic ha mantenuto forti legami con la Russia e la Cina. Domenica ha elogiato il sostegno della Russia al suo governo contro quella che ha definito una “rivoluzione colorata” contro il suo governo.