di
Martina Zambon
Il nuovo elenco delle prestazioni da garantire non prevede la mappatura dei nei. Per ora, accade solo nelle Usl di Belluno e Treviso. La Regione: «Nessuna prova che incida sul numero di diagnosi di melanoma. Controlli garantiti». I medici: noi in difficoltà, ripristinare l’esame
In attesa che il centrodestra risolva il sudoku per indicare un proprio candidato in Veneto, Giovanni Manildo, alfiere del campo largo progressista, si divide fra gli incontri con i cittadini e le bordate agli avversari. Sabato 16 agosto l’avvocato trevigiano ha messo nel mirino un tema sempre più sentito: i rischi che corre la sanità pubblica a favore di quella privata.
Nello specifico, si tratta dello stop alla mappatura dei nei nel pubblico su cui è arrivato un netto giro di vite.
«La sanità pubblica deve essere rafforzata, non smantellata. È tempo di scegliere. Chiediamo alla Regione Veneto di fermare questa follia.
Cancellare dalle prestazioni sanitarie pubbliche garantite la mappatura dei nei, un esame essenziale per la prevenzione del melanoma, è una scelta miope, pericolosa e inaccettabile. Facciamo anche un appello a tutti i Comuni del Veneto: approvate in consiglio comunale un ordine del giorno che chieda alla Regione di ripensarci. Noi ci impegniamo fin d’ora a ripristinare, potenziare, investire sulla prevenzione».
«Inaccettabile»
A dargli manforte c’è la capogruppo del Partito Democratico, Vanessa Camani: «È inaccettabile che la Regione Veneto neghi ai propri cittadini le impegnative per la mappatura dei nei, costringendo i cittadini che ne hanno la necessità a rivolgersi al privato. Come se non bastassero già le lentezze legate alle liste d’attesa. Presenteremo una mozione che chiediamo venga discussa nella prima seduta utile, prevista il 2 settembre. Zaia e Lanzarin non possono lavarsene le mani in questo modo: ripristinare e garantire gli screening è un dovere, anzi un imperativo».
La Regione: «Decisione nazionale, controlli garantiti»
La Regione, interpellata, fa sapere che la cancellazione della mappatura dei nei dall’elenco dei Lea, i livelli essenziali di assistenza, è stata decisa a livello nazionale, e non regionale, a inizio anno. Non cambia «nulla per i pazienti: il cittadino che presenti un nevo sospetto o qualunque lesione cutanea dubbia potrà come sempre rivolgersi al proprio medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta, che – se lo riterrà necessario – formulerà la richiesta di visita dermatologica, prestazione LEA garantita e disponibile in tutte le strutture pubbliche del Veneto (con ticket previsto dalla normativa)». Tanto più, spiegano da palazzo Balbi, che non ci sono evidenze scientifiche che la mappatura annuale o biennale possa incidere sulle coorti dei pazienti affetti da melanoma. Di più, si sottolinea come la cancellazione riguardi soltanto le Usl 1 a Belluno e 2 a Treviso. Le altre aziende sanitarie «hanno deciso di chiudere un occhio». Verrebbe da aggiungere, «per ora». Non a caso Manildo parla di «progressiva cancellazione» della mappatura dei nei tra le prestazioni erogabili con impegnativa dal Servizio Sanitario Regionale.
I medici: «Siamo in difficoltà, esame importante per prevenzione»
La novità ha già provocato più di qualche presa di posizione, a partire dai medici. Giuseppe Palmisano, segretario veneto della Fimmg (federazione italiana medici di medicina generale) si era già espresso dicendo: «La cancellazione della prestazione ci ha messi molto in difficoltà, capiamo la necessità di contenere i costi, ma allo stesso tempo se il controllo dei nei è importante per la prevenzione, crediamo debba essere messo in programma senza tanti filtri».
Sull0 sfondo, resta la contesa tutta politica e la chiusa di Manildo recita: «Questo provvedimento è solo l’ultimo sintomo di un malessere sempre più evidente. Le liste d’attesa si allungano, i medici scarseggiano, sempre più persone sono costrette a rivolgersi al privato, se possono permetterselo, o a rinunciare alle cure. La destra al governo della Regione ha scelto di indebolire il servizio pubblico. Lo confermano anche le parole di Flavio Tosi, leader regionale di FI e aspirante candidato presidente, che ha detto chiaramente di voler accelerare la privatizzazione della sanità. Noi diciamo no». E così la «dermatoscopia», mappatura dei nei, diventa tema politico.
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18 agosto 2025
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