Ha fatto e sta facendo discutere l’impostazione in larga maggioranza dei tornei della categoria “1000” ad avere 12 giorni di gioco. Nelle ultime settimane i tennisti si sono lamentati per le varie sovrapposizioni che ci possono nel calendario, che stanno provocando diversi forfait in questi eventi. L’esempio del Canadian Open è emblematico in questo senso.

A pronunciarsi in merito a tutto è stato il presidente dell’ATP, Andrea Gaudenzi, sul sito dell’organizzazione: “Il passaggio a un formato di 12 giorni ha dato ai tornei il tempo, la stabilità e la fiducia per pensare in grande e quanto sta accadendo a Cincinnati ne è l’esempio perfetto. Hanno intrapreso un progetto di riqualificazione da 260 milioni di dollari, in più fasi, che migliorerà ogni aspetto dell’evento. E non sono solo miglioramenti estetici. I ricavi generati da queste migliorie vanno direttamente ai giocatori grazie al modello di profit sharing. È esattamente il tipo di investimento strutturale di lungo termine di cui ha bisogno il nostro sport e che è stato possibile solo grazie al nuovo formato“, ha sottolineato Gaudenzi.

Il n.1 ATP ha aggiunto: “Il format richiede più tempo in loco, ed è una considerazione importante. Ma permette anche di sbloccare il potenziale di guadagno necessario per far crescere l’intero Tour. Riforme come queste sono state discusse a lungo, con il Players’ Council e il Board, per diversi anni. Uno dei nostri obiettivi strategici è aumentare i guadagni per un numero maggiore di giocatori. Lo stiamo facendo ampliando il fondo pensione (da 165 a 300 giocatori), raddoppiando il montepremi nei Challenger dal 2022 a oggi. E lo facciamo anche con grandi eventi, grandi palcoscenici e tabelloni più ampi, che sono il motore commerciale dello sport. Basta vedere cosa sta succedendo: bonus record, progetti infrastrutturali da centinaia di milioni a Roma, Madrid, Shanghai, Cincinnati. Nulla di tutto ciò sarebbe possibile senza la finestra di 12 giorni. Ha permesso agli organizzatori di reinvestire e ha reso possibile una ripartizione 50/50 degli utili. A questo modello bisogna dare cinque o dieci anni. Credo che i Masters 1000 cresceranno esponenzialmente sotto ogni punto di vista. Guarderemo indietro a questa decisione come alla base di quel cambiamento“.

Alle critiche dei giocatori, Guadendi ha risposto così: “In molti sport c’è una tendenza chiara verso un aumento delle competizioni, basta guardare al calcio con il Mondiale per Club ampliato lanciato quest’estate. Il nostro calendario è complesso. La stagione è lunga e raggiungere la fase finale ogni settimana è molto impegnativo. Ma è anche uno sport individuale: un giocatore può uscire al primo turno, un altro può vincere il titolo. Trovare una soluzione che funzioni per entrambi non è facile, e non si può costruire un calendario pensando solo a un’unica categoria di giocatori. Tutti i gruppi devono essere considerati“.