Roma, 18 agosto 2025 – Sabato scorso la notizia della scomparsa di Pippo Baudo l’ha preso alle spalle in quel di Sanremo, durante le prove al Casinò del concerto con orchestra che l’ha visto in scena ieri sera sul palco dell’Auditorium Franco Alfano. “In sala è sceso il gelo”, ammette Simone Cristicchi. “Non posso dimenticare, infatti, che è stato proprio lui a cambiarmi la vita. La coincidenza, forse non così accidentale, che mi trovassi proprio lì dov’è partito tutto, dove Baudo mi ha scoperto e valorizzato, facendomi toccare quello che considero l’apice della mia carriera, è stata commovente”.

Vi incontraste nel 2002 davanti alle telecamere di Destinazione Sanremo.

“Ecco, esperienza che si può anche dimenticare perché diciamo che fra noi in quella circostanza non scattò un amore a prima vista”.

Poi che cosa successe?

“Tre anni dopo pubblicai il mio primo album Fabbricante di canzoni e Baudo si innamorò di un brano, Studentessa universitaria (presentata da Cristicchi pure al Festival, ma bocciata dall’allora direttore artistico Tony Renis, ndr), ricoprendomi di complimenti per il tipo di scrittura. Sarebbe tornato a farsi sentire nel 2006, mentre stavo montando il mio docufilm sui manicomi Dall’altra parte del cancello, chiamando il mio manager Migliacci per dirgli che m’aveva visto cantare Che bella gente nella sezione Giovani del Festival di Panariello e voleva invitarmi fra i Big dell’edizione 2007. Quando glirisposi che avevo da parte solo la canzone composta per il documentario, mi intimò di non pubblicarla senza avergliela fatta prima sentire”.

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Simone Cristicchi al Tempio di Adriano durante la cerimonia di premiazione del 37° Premio Bellisario in onda su Rai 1, Roma, 27 Giugno 2025. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Reazione?

“Gli bastò un ascolto perintenerirsi e dire che la voleva assolutamente al Festival. Non avendo altri brani da parte, dovetti mettere in piedi un intero album in fretta e furia”.

Baudo intervenne sul pezzo proponendole aggiustamenti?

“Assolutamente no, per lui andava bene così. Trovò azzeccata pure l’idea di teatralizzarne il finale salendo su una sedia per spiccare il volo. In futuro avrebbe avuto da ridire su altri miei brani…”.

Quello su Carla Bruni, ad esempio?

“Già. Fu molto divertente perché io in quel momento volevo cambiare genere, stemperando con un po’ di ironia l’allure da cantautore impegnato che mi aveva messo addosso il lavoro sui manicomi. L’intenzione era quella di divertirmi e Meno male, ispirata da una battuta di Frankie hi-nrg mc, mi sembrò la canzone giusta. Il giudizio di Baudo fu tranchant: “Simone, vi siete messi in cinque per scrivere questa ca*ata?“ E quando gli chiesi se, a suo giudizio,fosse il caso di ripetere l’esperienza del Festival, la risposta fu: “Assolutamente no, perché all’Ariston devi tornarci solo come ospite“”.

Si chiese perché?

“Lo disse probabilmente per tutelarmi. Perché voleva che nella memoria della gente la mia immagine rimanesse legata a quella vittoria fuori dalle righe”.

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Davanti ai buoni risultati delle partecipazioni successive, si sarà ricreduto.

“Lo scorso febbraio, dopo la prima serata, mi ha chiamato per congratularsi dicendo che Quando sarai piccola gli era piaciuta tantissimo perché descriveva perfettamente la situazione in cui vivono tante persone. È stata l’ultima volta che l’ho sentito”.

Stavolta sulla sedia davanti alla finestra aperta c’è salito lui.

“Ed è volato via. Anche se Baudo per me appartiene alla categoria degli eterni, di quelli che hanno seminato così tanto e fatto così tanto bene da meritarsi l’immortalità”.

Assieme a chi altro?

“Franco Battiato e Alda Merini.