di
Rosanna Scardi
Il volto e la voce dell’attore in un video fake. «Proprio io, che difendo gli anziani»
«Cari raghezzi, mettiamoci d’accordo, facciamo una crema alle cime di rapa e chissà, forse così, salveremo tanta gente dai mali…». Lino Banfi usa l’ironia per commentare il video truffa che è diventato virale ed è tuttora in rete: nel filmato (riprodotto con l’AI) l’attore di Canosa di Puglia è sponsor di una crema che «lo avrebbe salvato in soli tre giorni dal rischio di rimanere sulla sedia a rotelle».
Il finto Banfi afferma che i medici gli «avevano diagnosticato artrite e compressione delle vertebre». Aveva perfino pensato di «trasferirsi in una casa di riposo» finché ha trovato il fantomatico rimedio. Appena scoperto il video fake, l’attore, che in questi giorni è in vacanza al Circeo, ha postato un appello sui social: «Sta girando un video con la faccia mia che non è la faccia mia, con la voce mia che non è la voce mia, che pubblicizza una crema che non esiste contro i dolori. Sono cose pure pericolose a dirsi. Se lo trovate, segnalatelo subito».
A comunicargli l’esistenza del filmato è stata un’amica, l’attrice Lucia Zotti. «Mi ha messaggiato — racconta Banfi —, chiedendomi: “Ma Lino, cos’è successo? Com’è possibile che dai le botte ai farmacisti definendoli banditi in camice bianco?” E mi ha inviato il video. Era come immaginavo: un imbroglio».
L’ideatrice dell’unguento, nel video truffa, è la virologa Ilaria Capua (pure lei vittima), osteggiata dalle case farmaceutiche. Per questo il finto Banfi se la prende con i farmacisti. «Mi sono sentito amareggiato, sotto choc — afferma l’attore —. Ho dato mandato al mio avvocato, Giorgio Assumma, affinché, con l’intervento della polizia postale e delle comunicazioni, si arrivi alla fonte. È troppo irrispettoso e meschino usare la mia immagine per un futile inganno. Chissà quanti potrebbero cadere nel tranello: “Se lo usa Lino Banfi, funziona”».
Il danno è ancora più grave se si pensa che, l’anno scorso, il Nonno d’Italia è stato testimonial di una campagna promossa dall’Arma dei Carabinieri contro i reati ai danni degli anziani. «Il capo di stato maggiore dell’Arma — fa presente Banfi — mi ha riferito che ho fatto prevenzione salvando 650 mila persone da questi reati». L’attore gode di ottima salute e continua a stare sui set: «Sono entrato nel mio novantesimo anno di età con una forza incredibile — afferma —. Ho girato a Vieste il nuovo film di Pio e Amedeo in cui interpreto un ex professore di Lettere e Filosofia affetto da demenza, che ha un sogno: riunire i giovani con i vecchi». E poi c’è il documentario, «Lino d’Italia – Storia di un itALIENO», diretto da Marco Spagnoli e scritto con lui. «Ho lavorato 12 ore al giorno — precisa —. Al Petruzzelli ho interpretato Lino Banfi e Pasquale Zagaria (ovvero la mia coscienza). E poi mio papà: se ne è andato a 75 anni, tre giorni prima che morisse facevo avanti e indietro da Roma a Canosa. Gli dissi: “Cerca di stare bene, ci faremo una bella vacanza”. Lui rispose, consapevole di vivere gli ultimi giorni: “Pasquale, il comico fallo in tv”».
Due amici dell’attore ci hanno lasciato di recente. Sabato, Pippo Baudo. «Nel 1975 avevamo uno show — ricorda Lino —, “Alle 9 sottocasa”. Facevamo gli sketch vestiti da clown. Lui rideva in scena. E gli suggerii di chiudere gli occhi. Mi ascoltò, ma una sera inciampò e cadde. “Vedi che è peggio”, rispose». Lo scorso 21 aprile, papa Francesco. «Riteneva — conclude Banfi — che avessi inventato un genere, che la gente si sarebbe ricordata molto di me quando non ci sarei più stato. Gli risposi: “Sarà molto lontanamente, sua santità”».
18 agosto 2025
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