A Porto si trova una delle librerie più antiche e belle d’Europa, la Livraria Lello, inaugurata nel gennaio del 1906 dai fratelli Lello, in un edificio in stile modernista e neogotico. Progettata secondo il gusto dell’epoca dall’ingegnere portoghese Francisco Xavier Esteves, oggi sostiene la Fondazione Livraria Lello, dedicata alla promozione dell’alfabetizzazione in Portogallo. La città di Porto, insieme a Lisbona, è stata ed è uno dei centri di circolazione libraria e di produzione editoriale più attivi del Portogallo.
Nei quartieri nord-occidentali di Porto, tra Praça da República e il monumentale edificio della Casa da Música, stanno aprendo diverse librerie indipendenti o specializzate grazie all’iniziativa di giovani e nuovi abitanti. La stampa portoghese le ha raccontate con ostinazione. Celebrandole perché promuovono la lettura e la parola scritta. Associandole a una agognata rinascita della città. Mentre altre hanno chiuso i battenti, sfrattate dal centro storico, vittime soprattutto della speculazione immobiliare, che colpisce le principali città turistiche del Portogallo, e della crescente concorrenza dell’e-commerce.
Rose all’interno della sua libreria Rosebud, in Rua de Cedofeita 634, Porto, Portogallo. Courtesy of Rosebud
Aperta nel 2024 dalla libraia statunitense Rose, Rosebud Bookshop è la prima (e unica) libreria di Porto specializzata in lingua inglese. Quando le faccio visita a febbraio trovo sugli scaffali libri in inglese con le copertine coloratissime che raccontano la storia del Portogallo, come Journey to Portugal del Nobel portoghese per la letteratura José Saramago, ma anche saggi di Frantz Fanon e James Baldwin. Rose mi racconta che a Porto vive una comunità internazionale importante, ma che per lungo tempo sono stati pochi i libri in inglese circolanti. Pensa che stiamo vivendo un momento di rinascita per i lettori «anche grazie ai social network e a fenomeni come i Booktok».
Pensa inoltre che oggi le persone siano in cerca di cose tangibili, come i libri. La Livraria Aberta, dei giovani portoghesi Ricardo e Paulo, aperta nel 2021, è invece specializzata in letteratura queer (oggi è l’unica di questo genere ma non la prima in Portogallo). Incontro anche loro nel piccolo negozio con il pavimento in parquet e le pareti che sembrano appena imbiancate. Trovo esposta la biografia di un’icona della comunità trans, Rute Bianca, e anche l’edizione portoghese di La volontà di cambiare di bell hooks e quella originale inglese di They Call it Love di Alva Gotby, per fare solo alcuni titoli. Mi dicono che «venire in una libreria è molto più che comprare libri». Per loro organizzare reti e occasioni di incontro è di vitale importanza.
Interno Circo de Ideias, libreria, galleria ed editore in Rua da Boavista 330, Porto, Portogallo. Courtesy Circo de Ideias
La Livraria Trama inaugurata nel 2023 è dello spagnolo Pablo. Specializzata in filosofia contemporanea offre un panorama ricco e variegato con piccoli editori, fumetti e graphic novel. Tra i vari saggi in spagnolo, portoghese e inglese, spuntano quelli di Andrea Cavalletti e Maurizio Lazzarato. In questa stessa parte della città si trovano anche Flâneur, Circo de Ideias che è una libreria, editore e galleria specializzata in architettura. E anche Gato Vadio, nata nel 2007 da una iniziativa del giornalista portoghese Júlio Gomes e Maya Marek, una artista polacca. Oggi è una libreria e associazione culturale specializzata in letteratura alternativa e cultura underground. Accoglie lettori anche come punto di incontro e ha una originale collezione di libri cresciuta negli anni grazie a piccole e grandi donazioni.
Nei quartieri a nord-ovest del centro la vita scorre più lenta e gli affitti dei locali sono meno cari. Sui suoi labirintici saliscendi si incontra un notevole patrimonio storico, anche se non sempre conservato al meglio. Le nuove librerie si aggiungono alle catene di negozi dei principali editori come Bertrand e Almedina, e alle librerie indipendenti storiche come Livraria Utopia, angolo un po’ sgarrupato di Praça da República che esiste da oltre quarant’anni. Libreria popolare, specializzata in libri e riviste che possono avere anche vent’anni, ma attuali e pur sempre essenziali. Nella zona più vicina a Ribeira, una delle più importanti del centro storico di Porto, Livraria Poétria e Térmita, più o meno piccole, con un’atmosfera intima e accogliente, occupano un posto rilevante e una nicchia di mercato con idee originali e significative a Porto.
Una serata a Gato Vadio, libreria e associazione culturale in Rua da Maternidade 124, Porto, Portogallo. Courtesy Gato Vadio
In un mercato con un pubblico frammentato, indebolito da scarse abitudini di lettura e caratterizzato da librerie per lo più di piccole dimensioni, spesso a conduzione familiare, una grande importanza ricopre oggi la Fiera del libro di Porto che si svolge in estate, e offre la possibilità di assistere a presentazioni di libri scritti da autori portoghesi e internazionali, concerti e proiezioni di film. Dal 2014 si svolge nel parco del Palácio de Cristal, giusto a lato della Galeria Municipal, uno spazio espositivo ad ingresso gratuito dedicato all’arte contemporanea. Si è dovuto aspettare il 1974, ovvero la fine del regime autoritario dell’Estado Novo, conservatore, corporatista e nazionalista per natura, perché la vendita di libri avvenisse senza censure. Livraria Leitura, per esempio, chiuse nel 2018, e Unicepe divenne mercato di opere proibite.
Fra gli autori più censurati, racconta Luís Costa di Gato Vadio, c’era il brasiliano Jorge Amado, ma anche il russo Gorki e gli esponenti del movimento realista portoghese Soeiro Pereira Gomes, Luís Veiga Leitão, Urbano Tavares Rodrigues, che spesso criticavano e denunciavano le condizioni del regime, e pure l’italiano Elio Vittorini. Poi, negli anni Novanta sono arrivati i primi ipermercati con ampie sezioni dedicate alla vendita di libri. Non esattamente una buona notizia per i piccoli librai di Porto e le loro associazioni. Nello stesso periodo si è registrata anche la crescita della catena di librerie Bertrand e l’apertura del primo punto vendita della catena francese FNAC.
Interno della libreria Circo de Ideias, in Rua da Boavista 330, Porto, Portogallo. Courtesy Circo de Ideias
Alfarrabistas: le librerie antiquarie del Portogallo
Sopravvivere non è facile nemmeno per le librerie come Moreira da Costa– Alfarrabista, santuario del libro vintage, nel centro storico della città, sempre più salotto per turisti. Un aiuto importante era arrivato nel 2017 dal programma Porto de Tradição che mira a salvaguardare e promuovere la sostenibilità del commercio, in particolare di negozi ed enti di interesse storico, culturale e sociale locale. Moreira da Costa – Alfarrabista è la più antica di Porto, specializzata in libri antichi, prime edizioni ed edizioni rare. Miguel, il proprietario pronipote del fondatore, mi fa scendere nel sotterraneo del locale per introdurmi in un magazzino con le pareti di mattoni e gli scaffali in legno, dove sono accatastati i libri che non è ancora riuscito a catalogare per la vendita. L’odore umido della carta mi travolge. Vedo copertine di libri antichi, confezionate con legno, cuoio e pergamena, arricchiti con elementi metallici.
Le librerie antiquarie come questa – peraltro concentrate a Porto – si chiamano in portoghese alfarrabistas che deriva da alfarrábio. «Possiamo tradurre il termine “alfarrábio” con “scartafaccio”» che all’epoca della dominazione musulmana della Penisola Iberica (711-1492 d.C.) indicava un libro antico o un volume raro di grandi dimensioni, mi spiega Maria Antonietta Rossi, ricercatrice di Lingua e traduzione portoghese all’Università per Stranieri di Siena. Aggiunge che il termine deriva dal nome del filosofo musulmano Al-Farabi, che visse tra l’850 circa e il 970 d.C., «considerato all’epoca un esempio di saggezza». «Forse è stato introdotto per indicare chi, all’epoca, consultava i testi di questo filosofo, che circolavano ampiamente durante la dominazione islamica delle terre iberiche. Ma è solo un’ipotesi». Nelle librerie alfarrabistas si possono trovare libri di ogni ambito della conoscenza in cinque o sei lingue. Purtroppo, con l’ondata di islamofobia attuale si preferisce ignorare il motivo per cui la parola alfarrábio significa “libro” nella lingua portoghese.