Meloni avverte gli alleati: Trump va accompagnato. Duello con Macron sui soldati: «La Russia ne ha 1,3 milioni, noi quanti dovremmo mandarne?»
di Paola Di Caro
Prima è volata a Roma, per collegarsi alla videocall dei Volenterosi e mettere a punto una linea comune da presentare oggi alla Casa Bianca quando i maggiori leader europei, la presidente Ue von der Leyen, il capo della Nato Rutte incontreranno Trump e Zelensky. Poi in serata Giorgia Meloni — sempre appesa al telefono — si è diretta a Washington.
Nessuno sa prevedere se si farà un vero passo avanti. Sicuramente l’intenzione è di non ripetere la scena di sei mesi fa, quando Trump prese metaforicamente a schiaffi Zelensky a favore di telecamere, in uno scontro epico. Tanto che, raccontano, il vero nodo della serata di ieri nei colloqui fra i leader è stato proprio quello del format delle dichiarazioni alla stampa. Alla Casa Bianca avevano pensato a comunicazioni lampo di Trump e Zelensky nello Studio Ovale subito dopo il faccia a faccia. Ma il rischio che si paventa — come Meloni ha spiegato agli alleati — è che tutto si trasformi in una presa della scena da parte di Trump che finisca per ammutolire Zelensky e tutti i leader, o in un pericoloso sovrapporsi di voci e posizioni. Quindi, è forte la pressione su Trump perché invece si adotti un modello più istituzionale, come in Alaska: dichiarazioni dell’uno e dell’altro presidente senza possibilità di domande, a fine giornata.
Leggi qui l’articolo completo