Simboli massonici su un’opera artistica, l’ordine dei frati francescani fa rimuovere il monumento realizzato dall’artista Lavinio Velenosi. Mattinata particolarmente calda e ricca di polemiche quella che ieri si è consumata in piazza del Popolo sul sagrato del tempio monumentale di San Francesco, esattamente nei pressi della suggestiva Loggia dei Mercanti.
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Qui era stata esposta una delle realizzazioni artistiche che dovevano far parte della rassegna ‘Travertino DiVino’, in programma a partire da oggi fino a venerdì 25 luglio. Una tre giorni allestita nel cuore pulsante della città per celebrare il connubio perfetto tra vino, arte travertino e musica. Tra tutte le opere posizionate nelle varie zone del caratteristico salotto cittadino però ce ne sarebbe stata una non in grado di ottenere il gradimento dei frati minori conventuali.
Nell’arco di poche ore è stata effettuata una convincente segnalazione al comando della polizia municipale fino ad ottenere l’estromissione dell’opera dagli spazi previsti. La decisione imposta così è finita per generare sgomento nei confronti dell’autore già noto al panorama nazionale e internazionale per il famoso ‘tempio della grande madre’. Imponente opera visitabile nella frazione di Venamartello (una località dell’acquasantano) e capace di ottenere anche le attenzioni di Rai Uno che gli dedicò un ampio servizio andato in onda il 30 dicembre 2023.
“Sinceramente sono rimasto sorpreso e amareggiato – commenta Lavinio Velenosi –. La mia intenzione non era certo quella di generare polemiche o fraintendimenti. Quella scultura rappresenta il frutto di un lavoro personale e sincero. Fa male sentirsi accusati pubblicamente di un intento che non si ha. Ho realizzato quella porta in travertino con dedizione e passione lavorando per settimane in vista di questa manifestazione. È stato un gesto spontaneo nato dall’amore per il mio territorio e per questa pietra che lo rappresenta”.
A raccontare incredulo le pretese avanzate da un rappresentante dell’ordine francescano è stato lo stesso artista. “Poco dopo il posizionamento – prosegue –, si è avvicinato un frate proprio davanti alla chiesa di San Francesco. In modo piuttosto deciso mi ha detto che l’opera doveva essere rimossa immediatamente perché, a suo dire, conteneva dei simboli massonici. Nel farlo mi ha anche avvertito che, secondo lui, una cosa del genere in città avrebbe potuto ‘creare un bel casino’. In realtà l’opera ha elementi simbolici, come tante opere d’arte, ma non c’è alcun riferimento diretto o intenzionale alla massoneria. Il senso era artistico, non ideologico”. A mostrare un solidarietà quanto stupore, allo stesso tempo, sono stati anche cittadini e organizzatori. Nessuno di fatto è riuscito a capire il motivo della censura artistica.