Filmati estrapolati illegalmente dalla rete di video sorveglianza e diffusi online e sui social. È accaduto al conduttore Stefano De Martino e alla compagna Caroline Tronelli che dopo essersi rivolti al Garante per i dati personali hanno ottenuto l’immediata limitazione definitiva del relativo trattamento.
Cosa è successo a Stefano De Martino
Il Garante Privacy è intervenuto con urgenza dopo la denuncia presentata dal legale di Stefano De Martino, relativa alla circolazione online di alcuni filmati estratti illecitamente dal sistema di videosorveglianza installato presso l’abitazione della sua compagna.
“A seguito del reclamo presentato da De Martino in relazione alla divulgazione in rete di filmati, il Garante ha ordinato l’immediata limitazione definitiva del relativo trattamento, disposta nei confronti di chiunque abbia divulgato i predetti filmati”.
Cosa contenevano i filmati
Secondo quanto emerso, i video riprendevano De Martino e la compagna in momenti di vita privata e intima, all’interno della loro casa. La diffusione di simili contenuti, spiega il Gdpr, avvenuta senza alcun consenso e all’insaputa dei diretti interessati, costituisce un grave trattamento illecito di dati personali, con potenziali danni alla dignità e alla reputazione delle persone coinvolte.
La decisione del Garante
Il Garante ha stabilito:
- divieto assoluto di trattamento e diffusione dei filmati e delle immagini in questione
- un avvertimento generale per chiunque continuerà a diffondere questi contenuti: potrebbe violare la normativa sulla privacy e rischiare sanzioni
- la pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta Ufficiale per garantirne la massima diffusione
Perché la tutela è necessaria
Il provvedimento del Garante Privacy ricorda che le garanzie di riservatezza valgono per tutti, anche per le persone note. Internet e social, infatti, possono amplificare in modo incontrollato la circolazione di contenuti lesivi della sfera sessuale e affettiva, con conseguenze irreparabili per la sicurezza e la dignità personale.
Implicazioni legali
Chiunque diffonda ulteriormente questi video rischia di incorrere in violazioni della normativa europea (GDPR) e nazionale (Codice Privacy), con la possibilità di sanzioni anche severe. Inoltre, il provvedimento può essere impugnato davanti all’autorità giudiziaria, entro 30 giorni (o 60 giorni per chi risiede all’estero).
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