La prima volta che non sono stata invitata all’Importante Festival Letterario assomiglia incredibilmente alla seconda volta che non sono stata invitata all’Importante Festival Letterario, e forse anche alla terza volta, per non parlare della quarta, insomma, a voler essere accurati, nonché onesti, devo ammettere di non essere mai stata invitata all’Importante Festival Letterario. Ma di sicuro non è una cosa a cui faccio caso, o a cui tengo chissà quanto, non è una cosa a cui penso ossessivamente, su cui faccio ragionamenti paranoici delicatamente venati di complottismo, non è uno di quegli argomenti su cui mi verrebbe mai da scrivere un raccontino per provare a condividere la mia frustrazione di non essere mai stata invitata all’Importante Festival Letterario, è soltanto un dato come un altro, un evento, anzi un non-evento al margine della mia vita da scrittrice, un non-evento che peraltro non sono costretta a rielaborare ogni anno, nello stesso periodo storico dell’anno, quando mi sto facendo i fatti i miei, ma più o meno tutti i miei amici scrittori, o conoscenti scrittori, mi dicono: «Allora ci vediamo all’Importante Festival Letterario!», e io metto su quel diniego garbatissimo da volpe che non ha mai apprezzato l’uva e mi sento in dovere di rettificare: «Ehm, no, io non vado», al che lo scrittore o la scrittrice di turno, a seconda della sua indole, del suo grado di empatia e di sadismo, mi dirà: «Ah, beata te!», oppure: «E come mai?», o ancora: «Ma tanto l’Importante Festival Letterario non è più quello di una volta!», un po’ come Berlino, come Lisbona, come i San Marzano, bellissimi i primi tempi dell’Importante Festival Letterario! Meravigliosi! Eh, già, vai a sapere, chi li ha mai visti.
Veronica Raimo, scrittrice e traduttrice. Il suo ultimo libro è La vita è breve eccetera (Einaudi). Con Niente di vero ha vinto il Premio Strega Giovani nel 2022. artwork di Meghann Stephenson
C’è anche chi, con il tipico tatto controintuitivo che spesso caratterizza l’animo sensibile di coloro che hanno votato la loro esistenza alla letteratura, mi dice: «Vabbè, meglio così, ormai all’Importante Festival Letterario ci vanno cani e porci», e io posso leccarmi il mio splendido manto da volpe e annuire compiacente, certo, chi si mischierebbe mai con altre razze animali. Qualche anno fa ero nella lounge del Nuovo Festival Letterario Che Sta Diventando Importante (dove invece ero stata invitata) e me ne stavo a bere l’ennesimo caffè solo perché era gratis, quando ho intercettato un’interessante conversazione che avveniva al tavolo dietro di me. Un ufficio stampa che conosco stava parlando di un mio libro con una donna che invece non conoscevo. Ho drizzato le mie orecchie da volpe. Era strano vivere in presenza l’espressione: “parlare alle spalle di qualcuno”. L’ufficio stampa, che non aveva alcun interesse a promuovere il mio libro, si era messa comunque a tesserne le lodi di fronte a questa interlocutrice misteriosa, che sentivo bofonchiare con un tono tra lo scettico e il disgustato. Pian piano il disgusto ha preso il sopravvento sullo scetticismo, ed è arrivato il grande «bof» finale, estenuato, risolutivo.
«Ma l’hai letto?», le ha chiesto a quel punto l’ufficio stampa.
«Ma figurati!».
«Perché?».
«Che mi frega di leggere il libro di una che parla di suo fratello, ovvero uno che passa la vita su Facebook e si sente uno scrittore».
Come biasimarla, mio fratello in effetti aveva un’attività Facebook piuttosto intensa, benché nel frattempo avesse scritto anche una decina di libri. Quanto a me, l’unica caratteristica che mi era stata attribuita era di essere “una”, quindi non potevo opporre grandi prove contro questa evidenza.
artwork di Meghann Stephenson
Sono uscita dalla lounge, sono rientrata, sono andata verso il tavolino in questione, tatà, sorpresa!, ho salutato l’ufficio stampa e mi sono presentata alla donna misteriosa con aria di sfida, lei mi ha stretto la mano senza scomporsi.
Ho mandato un messaggio all’ufficio stampa: «Ma chi è?».
«La Selezionatrice».
«In che senso?».
«Ma come! La Selezionatrice dell’Importante Festival Letterario».
Ho mandato un messaggio anche a mio fratello: «Ma tu sei mai stato invitato all’Importante Festival Letterario?».
«No».
«Ah».
Ora la frustrazione di non essere mai stata invitata all’Importante Festival Letterario si era tinta di ulteriore frustrazione, quella di aver trovato un motivo. Non c’è mai niente di gratificante nel risolvere un mistero.
Mi è capitato nel tempo che qualche casa editrice mi chiedesse di presentare una scrittrice straniera all’Importante Festival Letterario, qualcuno a cui tenevano particolarmente: «Saresti perfetta». Io puntualmente accettavo, così come puntuale arrivava il rifiuto da parte dell’Importante Festival Letterario.
«Ci dispiace tantissimo, hanno detto che preferiscono qualcun altro».
«Certo, capisco».
Mi è anche capitato di essere invitata a prendere parte a degli incontri collettivi organizzati all’interno dell’Importante Festival Letterario ed ecco di nuovo che l’artefice di tale invito doveva inventarsi una scusa per dirmi che il mio nome era stato fatto fuori dall’incontro.
Mi sono studiata con compulsione maniacale il programma dell’Importante Festival Letterario anno per anno. Ho scritto su un foglietto tutti gli insospettabili esclusi. Con qualcuno di loro avevo una certa confidenza, per cui adesso quando si avvicina l’Importante Festival Letterario voglio sincerarmi di non essere restata l’unica volpe.
«Anche quest’anno niente?», scrivo ai miei sodali.
«No, no».
Allora sento un piccolo giubilo, la Fomo è più bella quando la puoi condividere.