Pronostici rispettati nella finale del WTA1000 di Cincinnati (USA) tra Jasmine Paolini (n.9 del ranking) e Iga Swiatek (n.3 del mondo). La polacca si è imposta col punteggio di 7-5 6-4 in 1 ora e 50 minuti di partita. Non è stata una passeggiata per la vincitrice di Wimbledon. Meriti di una Paolini che ha lottato su tutti i punti, mettendo in mostra a tratti un grande tennis. Il vero differenziale tra le due è stata nell’incidenza al servizio, seppur i break concessi da Swiatek non son stati pochi. 11° titolo 1000 per Iga, che quindi può proiettarsi con fiducia agli US Open, ma lo stesso può fare Jasmine per la bontà della sua prestazione.

Nel primo set Paolini è brava a venir fuori da un complesso primo gioco, approfittando di qualche errore di troppo col dritto della rivale. La polacca inizia un po’ contratta e concede. Jasmine ne approfitta, piazzando il break e andando sul 3-0. Dal quarto game Swiatek si accende: sul 30-30, Iga lascia partire un rovescio che prende un millimetro di riga e da quel momento parte la sua serie. Paolini subisce, inesorabilmente, un parziale di 5 giochi a zero, al cospetto di un’avversaria che tira più forte e meglio di lei. Un intensità che però la n.3 del mondo fatica a tenere e nel decimo game, anche per via di qualche doppio fallo, l’azzurra perviene al contro-break. Nell’undicesimo gioco, però, la polacca mette a nudo le difficoltà della toscana alla battuta e il nuovo break risulta decisivo per la conquista della frazione sul 7-5.

Nel secondo set si assiste a una sfida di grande qualità. Entrambe le giocatrici eccellono per la risposta piuttosto che in battuta. Scambio di break e controbreak nel primo e secondo game e nel quinto e sesto gioco, con Jasmine strepitosa a difendersi e a trovare un passante di dritto lungolinea pazzesco. Tanta voglia di lottare nella tennista tricolore, ma pochi punti “gratuiti” al servizio. Swiatek non si lascia pregare e va avanti 5-3, senza farsi riprendere e chiudendo sul 6-4.

Leggendo le statistiche, ci sono 9 ace a 0 in favore della polacca, nonché il 44% dei punti vinti con la seconda di servizio rispetto al 30% dell’azzurra. Numeri che alla fine hanno rappresentato il discrimine tra le due.