«Il privato non può e non deve fagocitare il pubblico impiego». Così Nico Zanchi, coordinatore provinciale funzione pubblica della Cisl interviene in merito alla notizia dei 14 milioni di euro che l’Asl ha previsto per i cosiddetti medici a gettone con l’obiettivo di coprire, con tariffe fino a 85 euro all’ora, i turni scoperti.

«È necessaria un’ attenta riflessione e non ci si può esimere dal prendere delle decisioni al fine di salvaguardare l’ assistenza sanitaria alla persona – prosegue Zanchi – E’ un processo, quello della privatizzazione, che parte da lontano, portando con sé la problematica enorme dell’interesse economico a discapito dell’assistenza sanitaria. Un’ offerta così allettante induce tanti professionisti a scegliere la strada della carriera nel privato, piuttosto che quella all’interno delle strutture pubbliche. Non ci dovremo stupire, se tra poco, per assumere personale medico le Asl si dovranno interfacciare con dei procuratori in stile mondo calcistico».

«Spesso sentiamo dire – aggiunge il sindacalista – che questo succede perché non ci sono abbastanza medici che partecipano ai concorsi, perché la nostra Asl (o forse la nostra provincia) non è appetibile né competitiva. Nessuno pensa però che più facilitiamo l’ ingresso del privato, con tariffe tanto attraenti, e sempre meno professionisti si presenteranno ai concorsi? Saremmo in cattiva fede se limitassimo questa problematica al nostro territorio, in quanto quella della carenza di medici e infermieri è una questione nazionale, che vede ovunque la presenza sempre maggiore di liberi professionisti, cooperative o altre forme di collaborazione. Inoltre le persone si stanno abituando a rivolgersi a studi privati, in quanto le liste di attesa di alcune specialità risultano lunghissime e in alcuni casi addirittura assenti. E questa sta diventando una triste realtà oltre che una sconfitta della gestione del servizio pubblico. Come Cisl Fp, da tempo abbiamo evidenziato il fatto che privato non è obbligatoriamente sinonimo di qualità. Continuiamo a vederlo in diversi settori dell’assistenza all’interno delle strutture della nostra provincia, dove spesso registriamo problemi di qualità. Per questo abbiamo chiesto all’azienda sanitaria di aumentare il controllo sui soggetti privati, chiedendo altresì di non fare sconti di fronte a negligenza o superficialità».