Tante difficoltà al primo anno in rosso
In attesa del Gran Premio d’Olanda, che nell’ultimo weekend di agosto porrà fine alla pausa estiva della Formula 1, in casa Ferrari sono emerse tutte le difficoltà di Lewis Hamilton che, oltre ai risultati sotto le aspettative nella sua prima stagione a Maranello, è stato anche molto critico con sé stesso nell’ultimo GP in Ungheria, arrivando a definirsi “inutile”. Atteggiamenti e prestazioni (inferiori a quelle del proprio compagno di squadra Charles Leclerc) che hanno generato commenti negativi da parte di ex piloti sulla crisi del sette volte iridato. Ma perché Hamilton sta riscontrando così tante difficoltà?
Un nuovo ambiente
Una domanda che Auto Motor und Sport ha posto al Team Principal della Rossa Frédéric Vasseur, il quale ha voluto fornire diverse teorie: “Spesso sono le circostanze a giocare un ruolo determinante, e Lewis ultimamente è stato spesso sfortunato. A Budapest era davanti a Charles nella Q1 e nella Q2 era più lento solo di un decimo. Gli sono mancati 15 millesimi per passare il turno. Alla fine uno è primo e l’altro dodicesimo. Ovviamente sembra assurdo. Ma non è mancato molto, altrimenti i nostri due piloti sarebbero arrivati undicesimo e dodicesimo. Col senno di poi, devo ammettere che noi, intendo Lewis e io, abbiamo sottovalutato il cambiamento di ambiente. Prima era stato nella stessa squadra per 18 anni, se posso definire McLaren e Mercedes come una casa. Era una squadra inglese e l’ambiente motoristico era sempre lo stesso. C’è una differenza maggiore tra Ferrari e Mercedes che tra Mercedes e McLaren. Quando Lewis è arrivato alla Ferrari, abbiamo ingenuamente pensato che avrebbe avuto tutto sotto controllo. Lui non è come Carlos Sainz, che cambia squadra ogni pochi anni e ha familiarità con questo processo. Lewis ha avuto bisogno di quattro o cinque gare per prendere il controllo della situazione. Dal GP del Canada è praticamente in carreggiata”.
Troppo severo con sé stesso
Nella sua carriera in F1 dal 2007 a oggi, Hamilton ha conquistato sei dei suoi sette mondiali con la Mercedes, oltre a quello del 2008 al volante della McLaren. L’arrivo in Ferrari è stato la realizzazione di un sogno per il pilota inglese, che sta però vivendo continue difficoltà. Ma quali possono essere le ‘ricette’ per iniziare a sentirsi più a suo agio? “Mantenere la calma – ha proseguito Vasseur – basarsi sul fatto che il primo passo è già stato compiuto con successo. Non lasciarsi abbattere da cose come quelle successe a Budapest. Lewis è molto autocritico. È sempre estremamente esagerato nei suoi giudizi. A volte è troppo severo con la macchina, a volte con se stesso. Vuole ottenere il massimo da sé stesso e da tutti i membri del team. Bisogna quindi calmarlo e spiegargli che in Q2 era solo a un decimo dal pilota che poi ha conquistato la pole position. Non è la fine del mondo. Il messaggio che trasmette peggiora solo le cose. Di solito è così estremo solo con la stampa. Quando entra nella sala briefing, di solito si è già calmato. È fatto così. Per me non è un dramma. È molto esigente con gli altri, ma anche con se stesso. Mi sta bene. Nico Hülkenberg era uguale quando correva per me in Formula 3. Era estremamente esigente con il team, ma era anche presente ogni mattina alle 6:30″.
Il livello dei problemi
Se si esclude la vittoria conquistata nella Sprint del GP di Cina, oltre alle due gare a Imola e Silverstone, tutti gli altri GP si sono conclusi con Leclerc davanti a Hamilton, con il monegasco cinque volte sul podio. Un piazzamento tra i primi tre, nelle gare principali, che il britannico non ha ancora ottenuto finora con la Ferrari. Le differenze tra i due piloti possono essere legate a dettagli o a particolari difficoltà di Hamilton al volante della SF-25? “Risolviamo i problemi passo dopo passo. Non sono enormi, sembrano solo tali. Se il sistema frenante non è come il pilota vorrebbe, forse si perde mezzo decimo. Da fuori è spesso difficile capire subito dove esattamente si perde quel mezzo decimo. Una differenza di tempo così minima può rovinarti l’intero weekend. Può essere la differenza tra la Q2 e la Q3. A volte Lewis esagera i problemi che vede nella sua auto. Il team ovviamente vuole reagire e tutti si buttano su questo problema”. Problemi che, sempre secondo Vasseur, non sono legati all’effetto suolo: “Non credo. Finché avevamo il rimbalzo, forse sì. Ma anche se guidiamo sempre al limite del rimbalzo, ora abbiamo la situazione abbastanza sotto controllo”.