BARI – È ufficiale: la legge regionale della Puglia che anticipava l’entrata in vigore delle nuove tariffe sanitarie è incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con la sentenza n.122, depositata oggi, che ha dichiarato illegittimo l’articolo 26 della legge regionale n.28 del 2024.

Il provvedimento, approvato dal Consiglio regionale nei mesi scorsi, puntava ad applicare con anticipo sul territorio pugliese le nuove tariffe previste dal decreto nazionale per prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, prima della loro effettiva validazione a livello nazionale. Una scelta che però ha suscitato l’impugnativa del Governo, sfociata ora in una pronuncia di incostituzionalità.

Secondo quanto evidenziato dalla Corte nella propria nota, l’iniziativa della Regione viola l’articolo 117, terzo comma della Costituzione, che disciplina il coordinamento della finanza pubblica. La Puglia, infatti, avrebbe superato i limiti imposti dalla normativa statale in materia di Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), anticipando unilateralmente misure che spettano al Governo centrale e introducendo, di fatto, prestazioni aggiuntive rispetto a quelle previste dal Servizio Sanitario Nazionale.

La Consulta ha anche sottolineato che la Regione Puglia, essendo sottoposta a piano di rientro, non può sostenere spese sanitarie non obbligatorie. In questo senso, l’anticipo delle tariffe rappresenterebbe una violazione delle regole finanziarie, andando oltre le possibilità consentite in base alla situazione economica del sistema sanitario pugliese.

A questo si aggiunge, secondo i giudici costituzionali, la lesione del principio di congruità delle coperture finanziarie, tutelato dall’articolo 81, terzo comma della Costituzione, che impone equilibrio nei conti pubblici.

Con questa sentenza, la Corte ha quindi cancellato dalla legge regionale pugliese il contestato articolo 26, chiarendo ancora una volta che le Regioni non possono alterare unilateralmente i livelli di assistenza sanitaria definiti a livello nazionale, soprattutto quando sono vincolate da un piano di risanamento economico. Una bocciatura netta, che impone alla Puglia di rientrare nei ranghi e che, con ogni probabilità, avrà ripercussioni su eventuali progetti futuri in ambito sanitario.