di
Gaia Piccardi

Sabato l’azzurro ha compiuto 24 anni e, tra le altre iniziative, ha ricevuto dagli organizzatori del torneo una torta di panna e fragole. C’è quella, o un brindisi, dietro al malore che lo ha costretto al ritiro nella finale di Cincinnati?

La finale dei sogni dura ventitrè minuti di puro incubo. Da una parte il cavaliere elettrico, Carlos Alcaraz, dall’altra il fantasma di Jannik Sinner, per un pomeriggio in cui la storia si ribalta, la nemesi di se stesso.
Cincinnati è amara, come le premesse che hanno preceduto la follia di un match per il titolo programmato di lunedì, mentre a New York scattavano le qualificazioni dell’Open Usa. Ma all’inizio sembra l’incipit del romanzo che amiamo: l’incrocio tra i due predestinati, le foto di rito, Jannik che vince il sorteggio e sceglie di servire, Carlitos che taglia il campo con piccoli sprint brucianti, alla maniera dell’avo Nadal. Il baco del sistema, invece, si manifesta immediatamente.

La partenza è choc. Break a zero di Alcaraz, subito a fuoco. Il sesto punto del match è di Sinner: provvidenziale, perché interrompe una piccola emorragia. Ma trattasi di bagliore illusorio: Jannik è stranamente falloso, non trova la palla sul rovescio, si tocca il costato sul lato sinistro del corpo. Lo spagnolo consolida il break ai vantaggi. Dopo undici minuti di match, l’azzurro riesce a vincere il primo punto sul suo servizio, ma è omeopatia quando invece servirebbero dosi di antibiotico da cavallo: con un secondo break a 15 lo spagnolo si prende un vantaggio molto poco in linea con le abitudini sinneriane. 3-0. Si accende la spia dell’allarme rosso: il n.1 è passivo, spento, scarico. 



















































Non reagisce agli stimoli. Alcaraz non si fa incantare, infila il primo ace: 4-0. Non c’è reazione. In queste condizioni, continua il monologo spagnolo: 5-0 con un terzo, drammatico, break.

Jannik si trascina al cambio di campo, chiama il fisioterapista. È affranto: «Scusatemi — mormora —, non ce la faccio. Mi sento troppo male, non riesco a muovermi…». Si ritira. Gli era già successo di non riuscire a finire un match, però mai così. Mai in una finale. Mai contro l’arcinemico Alcaraz. Che gli va incontro, lo abbraccia, cerca di consolarlo. Sembra dirgli: tranquillo amico, questa non conta nulla. Ma intanto accorcia in classifica: sale a 1890 punti dal rivale, tenterà il sorpasso a New York. «Sono entrato in campo solo per i tifosi… Mi dispiace…» gli dice Jannik, bianco come un lenzuolo, l’espressione di uno che ha una potente nausea. La finale del Master 1000 dell’Ohio, ultima prova tecnica prima dell’Open Usa che scatta domenica, dura solo cinque game. Il nuovo re è Carlos Alcaraz ma la 14ªsfida tra ragazzi prodigio non è mai iniziata.

Cosa ha avuto Sinner, che è entrato in campo già portandosi dietro il problema? Di certo non un problema «meccanico». Non la schiena né l’anca né la caviglia, e nemmeno il ginocchio, che lo avevano tormentato in passato, quando la sua struttura fisica di ventiquattrenne non era ancora consolidata. Si può ipotizzare un’intossicazione alimentare o un virus intestinale. La concomitanza del compleanno, festeggiato il 16 agosto, forse può aiutare a capire. Benché il super professionista sia perfettamente istruito a non ingurgitare nulla che non faccia parte del suo stretto regime alimentare, a Cincinnati le celebrazioni del torneo si sono susseguite: Jannik è stato visto mangiare una fragola sulla torta di crema e panna offertagli dagli organizzatori, gli è stato proposto un brindisi. Basta un minimo dettaglio fuori posto per mandare in tilt il delicato meccanismo di una macchina (quasi) perfetta.

Forse un colpo d’aria condizionata, che negli Usa abbonda. Sono solo ipotesi. «Da domenica non mi sentivo bene, speravo di migliorare nella notte e invece sono peggiorato. Mi dispiace per la partitina, troppo breve. E mi dispiace per Carlos: so che non è così che avresti voluto vincere» ha detto lui con fatica nel microfono di questa festa al contrario, che getta ombre lunghe sulla difesa del titolo a New York. Impensabile che oggi Sinner scenda in campo con Katerina Siniakova nel doppio misto dell’Open Usa: il campione deve riposare. È un ordine.

19 agosto 2025 ( modifica il 19 agosto 2025 | 07:36)