di
Barbara Visentin

Il conduttore diceva: «Usavo le donne nello spettacolo, non solo per portare la busta»

Non solo «l’ho inventato io!», ma anche «l’ho inventata io!»: la frase-tormentone con cui Pippo Baudo rivendicava la scoperta di tanti talenti è declinabile costantemente anche al femminile, nel lungo arco della sua carriera. E a ricordarlo, in questi giorni, sono state proprio le tante protagoniste dello spettacolo che hanno mosso i primi passi insieme a lui.

«Mi accredito un merito, quello, cioè, di avere sempre dato un ruolo alla donna — diceva Baudo in un’intervista tv del 1988 a Spettacolo in confidenza —. Il mio periodo, all’inizio e anche dopo, era il periodo del vallettume, dove le donne venivano utilizzate come vallette: portavano la busta, facevano la domandina. Io, invece, ho sempre preso le ragazze e le ho utilizzate all’interno dello spettacolo». Sono parole, le sue, da inquadrare nell’epoca: con la sensibilità odierna, il lessico non ne fa un paladino del femminismo. Cosa che probabilmente, almeno agli occhi del 2025, Baudo non era.



















































Il cliché della valletta, nei suoi Sanremo con «la bionda e la mora», era tutto fuorché sparito (né è scomparso completamente dalla tv di oggi). Ma in un periodo in cui le donne in tv erano mera decorazione estetica, il suo fiuto di talent scout ha permesso a molte grandi professioniste di spiccare il volo.

Una su tutte, Loretta Goggi che su Facebook ha rievocato il primo incontro con Baudo: «Scherzando faccio il verso a Patty Pravo e lui mi guarda subito con attenzione e mi chiede: “Ti interesserebbe fare il varietà”?. Non potrò mai dimenticare cosa ha significato la risposta di quella ragazza di 19 anni a quella domanda, le conseguenze che ha poi avuto nella sua carriera. Ma come hai fatto a capire cosa si nascondesse dietro alla sua timidezza? A percepire che in lei ci fosse molto di più del saper recitare?». Nel 1986 Goggi è la prima donna a presentare da sola Sanremo. Anche in questo caso, la sua gratitudine va a Baudo che, ricorda, disse al patron del Festival «non preoccuparti, Loretta ce la farà da sola, senza nessuno al suo fianco».

Anche Simona Ventura gli ha espresso più volte riconoscenza: «Mi ha dato sempre un’occasione», ha detto, ricordando quanto sia stato fondamentale lavorare con lui. Ma la lista è lunga e va da Heather Parisi ad Alessandra Martines, da Barbara D’Urso (con lui 22enne a «Domenica In» che osservava «come una spugna, imparando tutto») a, naturalmente, Lorella Cuccarini che l’ha definito «il mio maestro e papà artistico».

L’abbraccio di chi lo considerava uno di famiglia si estende anche alla musica: Laura Pausini, affranta, l’ha chiamato «il mio secondo papà». Il Sanremo Giovani del 1993 in cui apparve per la prima volta con «La solitudine» è oggi memoria collettiva, i consigli di quel Baudo che la scelse («devi cantare canzoni eterne, non ti accontentare di cantare») sono stampati nella sua memoria.

 Anche a Giorgia, Baudo ha cambiato la vita: «Credeva tanto in me, neanche io ci credevo tanto come lui all’inizio», ha raccontato. Così Anna Tatangelo, la sua «piccina» del Festival, vincitrice ad appena 15 anni, Giuni Russo, emergente a «Settevoci», persino il mezzosoprano Cecilia Bartoli, lanciata in tv da «Fantastico»

Baudo credeva nei talenti che scovava, li incoraggiava e dava loro delle opportunità. «Certo, il timoniere dello spettacolo l’ho sempre fatto io — ammetteva nel 1988 — però ho dato molto spazio alle donne».

19 agosto 2025