di
Gaia Piccardi

Il ritiro di lunedì a Cincinnati («Stavo già male, è stato il torneo più bollente che ho giocato») non è stato il primo incidente, né il primo forfait, per Jannik Sinner. I problemi del tennis tra calendario folle e giocatori spremuti, tra domenica e martedì il campione deve debuttare agli Us Open

Ritirarsi fa sempre male. Che siano vesciche (con Cerundolo a Miami), un problema all’anca (a Madrid), un dolore al ginocchio (con Rublev a Parigi) o alla caviglia (con Rune a Sofia). La corsa a perdifiato di Jannik Sinner da Sesto Pusteria alla vetta del ranking è costellata di stop forzati legati alle fragilità di un corpo costretto a crescere incassando gli urti del tennis.

Ma dai malesseri il campione ha anche saputo risollevarsi: a Wimbledon 2024 con Medvedev, quando aveva tenuto fino al quinto set, prima di capitolare; oppure in Australia con Rune lo scorso gennaio, quando l’avevamo visto tremare come una foglia e poi prevalere dopo tre ore di battaglia. «Ritirarsi è sempre l’ultima delle opzioni, soprattutto a Cincinnati, il lunedì, quando la gente invece di lavorare ha speso i soldi per il biglietto» dice il figlio di Hanspeter e Siglinde, spesso assenti per motivi lavorativi, consapevole del valore del denaro. Soffrire non gli ha mai fatto paura. Anzi, è un esercizio che giustifica i sacrifici della famiglia per permettergli di inseguire i sogni.



















































E invece a Cincinnati è andata male. Il torneone che se la tira da piccolo Slam è finito con una terribile delusione per tutti, tifosi di Sinner e Alcaraz inclusi. Completamente ristrutturato nella formula e nelle strutture per brillare alla vigilia di New York, il Master 1000 più bollente del circuito si è regalato un maxi restyling da 260 milioni di dollari per non avere una finale e costringere il numero uno di uno sport dal calendario super compresso a una corsa contro il tempo per recuperare in vista dell’Open Usa. Sorteggio giovedì, primo turno del campione in carica domenica, lunedì o martedì. Non si uccidono così anche i cavalli?

L’Ohio è uno swing state a forte trazione industriale e repubblicana, i cambiamenti climatici sono considerati una barzelletta, nessuno prima di investire ha pensato che tra qualche anno giocare qui in agosto diventerà impossibile. Non ha senso far girare i criceti nella ruota del business con queste temperature, è assurdo prevedere una finale il lunedì mentre intanto a Flushing cominciano le qualificazioni dell’Open Usa, ne ha ancor meno programmare la sfida più alta del tennis moderno, Sinner contro Alcaraz, alle tre di pomeriggio. Il messaggio, in una selva di Master 1000 dilatati a 12 giorni, sembra chiaro: chi troppo vuole, nulla stringe.

E adesso la difesa dell’Open Usa, lo Slam che l’anno scorso Sinner aveva conquistato in cordata solitaria reduce dal proscioglimento per il caso Clostebol, senza fisioterapista né preparatore (siccome il vento fa il suo giro, Ferrara è tornato nel team), si complica maledettamente. Un volo privato ha portato Jannik a New York subito dopo la finale mai cominciata di Cincinnati, ora servono riposo e relax per recuperare le forze

Viceversa l’agenda del n.1 è zeppa d’impegni: dal lucroso doppio misto con Siniakova nella formula riveduta e corretta dall’Open Usa (un’altra follia legalizzata, così a ridosso di Cincinnati) all’evento con un nuovo sponsor (Msc crociere) previsto venerdì a Manhattan, dagli allenamenti al media day obbligatorio. Tutti lo vogliono, pochi rischiano di stringerlo. La priorità è affrontare Flushing — altro luogo caldo e umido — essendo tornato in piena efficienza.

Però Cincinnati è un segnale importante, non può essere ignorato dall’Atp di Andrea Gaudenzi. «È stato il torneo più bollente che abbia mai giocato in tutta la mia vita…» sono state le ultime parole di Sinner prima di decollare verso le mille luci di New York. I padroni del vapore devono capire che così si rompe il giocattolo. Infarcire il calendario di eventi sempre più lunghi non è la formula magica per preservare la qualità del tennis. La faccia di Jannik a Cincinnati, dice tutto. Sarebbe ora di alzare la voce.

Sinner-Alcaraz, la finale di Cincinnati in diretta: 0-5, Jannik si ritira «Mi sento male, non riesco a muovermi»

19 agosto 2025 ( modifica il 19 agosto 2025 | 10:07)