La poltrona sul fondo è la Circle Chairdi Hans Wegner. Il quadro sul soffitto è Tondo di Hugo Wilson.
Foto Rei MoonUn grande salotto affacciato sul verde
«Un po’ Turrell, un po’ cappella sacra. Mi fa pensare all’aldilà». Il grande salotto affacciato nel verde è il cuore pulsante della casa. «È la stanza che viviamo di più. Sto pensando di aggiungere un modulo al divano, per renderlo ancora più accogliente». Anche la libreria, incassata nella parete, è un racconto stratificato: ceramiche di Lucia Zamberletti, disegni dei figli, piccole reliquie di viaggi. «Ogni cosa ha un perché. Questa casa è un piccolo museo della nostra vita».
L’archivio di abiti.
Foto Rei MoonOgni oggetto si fa scrigno di ricordi
Un ragno viola, una teca con stelle marine, statuette scovate a Bali e a Singapore, tantissime opere d’arte, una collezione di cuscini cuciti a mano con asciugamani per bambini dai temi fiabeschi o tessuti punto-croce acquistati in Giappone. Ogni oggetto si fa scrigno. Tra i pezzi più cari, la poltrona di Hans Wegner: «L’ha disegnata per sua moglie dopo la nascita del secondo figlio, per allattarne uno e abbracciare l’altro. Me l’ha regalata la nonna quando è nato Augusto. Così potevo tenere in braccio anche Otto». Accanto, una sedia scavata nel legno di Mauro Mori, pezzo unico che sembra scolpito dal tempo. Ma tra tutti questi oggetti, se dovesse partire adesso, cosa porterebbe con sé Maccapani Missoni? «Le margherite di Kanevsky. Sono delicate, ma resistenti. Come me».