di
Natalia Distefano
Prosegue fino alle 12 del 19 agosto l’ultimo saluto al conduttore siciliano nello storico Teatro Delle Vittorie. Ieri circa 8mila le persone in visita alla camera ardente, fra cui molti personaggi dello spettacolo
Sono state circa ottomila le persone che ieri si sono messe in fila al Teatro Delle Vittorie, a Roma, per dare l’ultimo saluto a Pippo Baudo, scomparso il 16 agosto a 89 anni. Un flusso ininterrotto e commosso di amici, parenti, colleghi e ammiratori che ha reso omaggio al feretro del celebre conduttore tv – tra foto, video e ricordi di una vita e una carriera da record – che prosegue anche oggi (dalle 9 alle 12) nella camera ardente allestita dalla Rai e dalla famiglia Baudo.
Chiambretti: «Pippo è stato rivoluzionario»
Già dalle prime ore di questa mattina si è creato un serpentone di persone tra l’ingresso del Teatro Delle Vittorie e viale Mazzini: in tanti hanno aspettato l’apertura della camera ardente, dove ad accoglierli c’era la figlia del presentatore, Tiziana, e i suoi collaboratori più stretti. Tra i primi ad arrivare Piero Chiambretti: «Si dice sempre che muoiono i migliori, a volte come luogo comune. In questo caso la frase è assolutamente azzeccata. Pippo Baudo non ha reinventato, ha inventato la televisione italiana». E ha aggiunto: «È stato considerato un conservatore, ma io, avendolo conosciuto anche sul palco e avendo fatto un Sanremo con lui, penso sia stato in realtà un rivoluzionario. Era un uomo capace di assumersi le proprie responsabilità anche nei momenti difficili, sempre un gentiluomo. Ora non vedo un erede di Super Pippo. Per me è stato un colpo duro venire qui stamattina. Il Teatro Delle Vittorie dovrebbe portare il suo nome».
Amadeus: «Mi disse: devi fare la tv con passione e rispetto»
Tra i primi a rendergli omaggio stamattina anche Amadeus: «Conosco Pippo da tanti anni, ho avuto anche l’onore di averlo ospite in qualche trasmissione o di essere andato da lui. Prima dei miei cinque Festival, in un ristorante non lontano da qui, mi chiese di sedermi al suo tavolo: non dimenticherò mai tutti i consigli che mi diede. Disse “tu devi fare Sanremo, casomai ti venisse chiesto devi fare così” e mi elencò tutta una serie di cose che da quel giorno ho stampato nella mia mente come comandamenti da osservare: il primo di questi era di fare le cose con passione, amore e rispetto per la gente a casa. Il rispetto è fondamentale, al di là dei consigli pratici per mettere in piedi un Festival o qualsiasi altra trasmissione». Amadeus ha poi aggiunto: «È difficile fare oggi la televisione di una volta. Non è detto che oggi uno non possa provare a farla». E ha aggiunto: «Parlando di Fiorello, è chiaro che Rosario è uno che può fare il varietà, se noi pensiamo al grande varietà della Rai è l’unico nome che, secondo me, può fare questo. Ma Pippo non ha eredi».
Heather Parisi pubblica una videointervista inedita
Intanto questa mattina Heather Parisi ha pubblicato sui social un video privato inedito, girato nel 2008, in cui Pippo Baudo si confessava: «Mi preoccupa l’idea di non esserci più, di sparire, di non lasciare un segno, di non diventare un fiore, una palma. Sarebbe bellissimo. Come mi piacerebbe tornare? Come una farfalla, una farfalla variopinta. Però la farfalla purtroppo vive pochissimo. Se non avessi fatto il presentatore? Mi piacerebbe fare il direttore d’orchestra». Un momento intimo tra i due, a lungo collaboratori sugli schermi Rai, che l’ex ballerina racconta così: «Diciassette anni fa, nella quiete di casa, mi hai regalato un momento che custodisco nel cuore – scrive Parisi nel post che accompagna la videointervista – “Vorrei mi facessi un regalo”, mi dicesti con quel sorriso coinvolgente. “Quale?”, chiesi curiosa. E tu, con la voce calda di chi sa parlare all’anima: “Tienila per un giorno lontano lontano…”». Ora quel giorno è arrivato. «Quelle parole Pippo – aggiunge Parisi – sono diventate una promessa. La mia promessa a te. Oggi, mentre il mondo ti saluta, io sento solo un arrivederci. Perché qualcosa di così luminoso non può svanire: ritornerà, in un abbraccio, in una risata, in un sipario che si riapre. Ciao, Pippo».
Baudo: «Vorrei rinascere farfalla. Mi spaventa il mondo di oggi»
Nel frammento pubblicato sui social, Baudo ammetteva anche che la cosa che lo spaventava era «questo mondo di oggi». «Mi preoccupa che l’uomo non rispetti più l’uomo. Ormai siamo in guerra continua. Dappertutto c’è una litigiosità, una specie di odio dell’uomo contro un altro. C’è un’economia mondiale che è ricchissima. Non può non pensare a quelli che non hanno. Peraltro, questi mondi, un giorno, quando si accorgeranno, diventeranno cattivi nei confronti di chi gli ha negato la gioia di vivere. Sì, acidi, amare. E hanno ragione, hanno ragione a vendicarsi. Cioè, poi non ci meravigliamo. Ma come questa aggressività? Ma per forza noi li abbiamo tenuti in cattività», prevedeva Baudo nella chiacchierata con Heather Parisi.
Michele Placido: «Era orgoglioso dei miei successi»
Tra gli amici del mondo dello spettacolo in visita alla camera ardente questa mattina anche Michele Placido: «Ricordo più di tutto la sua tenerezza». Il regista ha poi aperto il cassetto della memoria: «Dopo il successo di Romanzo Criminale mi propose con entusiasmo di coprodurre Mastro Don Gesualdo di Verga, un progetto a cui teneva moltissimo- ha detto -. E ricordo l’ultima telefonata con lui a gennaio. Mi chiamò quando seppe che avrei diretto per la Rai la serie su Rosario Livatino, voluta da Papa Francesco. Era curioso di sapere cosa mi avesse detto il Papa e felice che fossi io a firmare la regia». Infine: «Era molto felice del successo de La Piovra. Per lui i miei successi, dato che sono siciliano d’adozione, erano motivo d’orgoglio» ha concluso.
Ambra Angiolini: «Con lui ho ritrovato me stessa»
«Baudo era il re della televisione, era qualcosa di più. Il Dopo Festival con lui è stato un modo per ritornare ed essere consapevole di me stessa, accorgermi che ero stata e che potevo tornare a essere». Così Ambra Angiolini all’uscita della camera ardente. «La memoria che mi resta di Baudo è di come si può fare questo mestiere – ha aggiunto l’attrice – lui è stato uno dei primi a preoccuparsi davvero di come stavo prima di parlare di lavoro. Mi porto dietro la sua mano sulla spalla, è un regalo bellissimo che mi ha fatto», ha concluso.
Panariello: «È il santo patrono del varietà»
Per Giorgio Panariello, Pippo Baudo è «il santo patrono del varietà. Varietà che purtroppo sta un po’ scomparendo e che invece andrebbe rivalutato perché secondo me è una forma di spettacolo di cui abbiamo il copyright». Lo ha detto arrivando insieme a Marco Masini al Teatro Delle Vittorie. «Spero che questa scomparsa possa aver acceso un faro sul varietà, che se ne sta andando piano piano», ha aggiunto.
Masini: «Senza di lui “Vaffanculo” non sarebbe uscita»
Marco Masini ha invece ricordato che senza Baudo «non sarebbe mai uscita “Vaffanculo“. È stato il primo a sdoganarla e quindi a darmi la possibilità di farla arrivare a tutti e per questo lo ringrazierò sempre. Un grande coraggio che forse oggi manca nelle canzoni». «Sicuramente aveva capito che il tempo stava cambiando, sia da un punto di vista di evoluzione musicale
stessa, sia da un punto di vista di mercato, di sistema e divulgazione – ha
proseguito Masini -. Il passaggio dall’analogico al digitale l’aveva previsto. Questo vuol dire avere una visione a 360 gradi di quello che era il passato, di quello che è il presente e quello che sarà il futuro».
Folla di vip e ammiratori fino alla chiusura della camera ardente
Non si è fermato il flusso di persone e volti noti al Teatro Delle Vittorie, dove sono arrivati anche Salvo Sottile, Matilde Brandi, Martufello, Maurizio Mattioli prima della chiusura della camera ardente, puntuale alle 12.
Poi è stato il momento della benedizione di padre Albino Marinolli, della parrocchia del Cristo Re di viale Mazzini per «accompagnare Pippo verso la sua terra natale». Infine gli applausi e la commozione per l’uscita del feretro dal teatro, che sarà trasferito in Sicilia per i funerali in programma mercoledì 20 agosto alle 16 nella Chiesa di Santa Maria della Stella a Militello Val di Catania, paese di origine del conduttore che ha fatto la storia della tv italiana.
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19 agosto 2025 ( modifica il 19 agosto 2025 | 12:37)
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