Manzi (Uilm): «Il nostro obiettivo è richiamare Stellantis e il governo a una responsabilità sociale per tutti i dipendenti, questa transizione ecologica ci sta togliendo il lavoro»
La produzione nello stabilimento Stellantis di Atessa, in Abruzzo, è ripresa, dopo la pausa estiva, ma gli addetti sono 400 in meno a causa degli esodi incentivati. Lo stabilimento ha una capacità produttiva di 970 veicoli al giorno su tre turni. Ma oggi si lavora solo su due turni, la produzione è di 650 veicoli al giorno, il terzo turno (notturno) è stato sospeso da qualche mese. L’accordo era stato siglato il 10 giugno da Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic, Uglm e Aqcfr, ma non dalla Fiom Cgil con il gruppo per 427 uscite anticipate nell’impianto «ex Sevel», dove si producono veicoli commerciali. Il termine per presentare le domande scade il 31 ottobre prossimo.
Uilm: «La transizione ecologica ci toglie il lavoro»
«Il nostro obiettivo è richiamare Stellantis e il governo a una responsabilità sociale per tutti i dipendenti, questa transizione ecologica ci sta togliendo il lavoro. Una responsabilità sociale per salvaguardare e tutelare l’industria dell’auto del nostro Paese», ha dichiarato all’Ansa Nicola Manzi, coordinatore Uilm Abruzzo. «Stellantis di Atessa è l’unico stabilimento in Italia con numeri di produzione di un certo tipo, seppure nella crisi; altri purtroppo sono fermi e veramente in ginocchio», ha aggiunto.
La cassa integrazione
Nello stabilimento della Val di Sangro a giugno 2024 è scattata la cassa integrazione, seguita dal contratto di solidarietà, fino a dicembre prossimo. «Per quanto riguarda Stellantis di Atessa il motore endotermico è ancora vigente e funzionante perché chi acquista Ducato lo fa per lavorare. È un prodotto appetibile – continua il coordinatore Uilm Abruzzo – Quindi la scadenza del 2035 sta avendo un effetto completamente diverso da quello che accade nel settore auto: le persone continuano ad acquistare il Ducato per affidabilità e rapporto qualità-prezzo. Una ripresa con 640-650 veicoli al giorno, numeri che consideriamo bassi, va sostenuta attraverso le richieste di mercato che dovrebbero arrivare, e soprattutto incentivando la possibilità di aumentare la produzione del Ducato elettrico, oggi ferma a 5/6 veicoli: dovremmo creare le condizioni affinché il cliente finale sia nelle condizioni di acquistare un Ducato anche elettrico, e renderlo competitivo».
19 agosto 2025
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