Momenti di paura sulle spiagge e nei laghi italiani, ma anche straordinari esempi di solidarietà collettiva. L’ultimo di una lunga serie è avvenuto ieri pomeriggio nel mare di Rosolina, località in provincia di Rovigo, che ha visto i bagnanti unirsi spontaneamente in una catena umana per cercare una bimba di 6 anni scomparsa in acqua. In alcuni casi, la prontezza e l’aiuto reciproco hanno permesso un lieto fine, in altri purtroppo le ricerche si sono concluse nel dramma, come a Cavallino.

Rosolina: bambina dispersa e poi ritrovata

A Rosolina, nel pomeriggio del 18 agosto, una bambina è stata persa di vista tra le onde. Immediata la reazione dei presenti, che senza esitazione hanno formato una catena umana entrando in acqua fianco a fianco per cercarla. Momenti di angoscia che hanno lasciato spazio al sollievo: la piccola è stata ritrovata poco dopo, sana e salva. Una scena da brividi che ha suscitato applausi e commozione tra i presenti. Ma anche feroci critiche sotto il post Facebook pubblicato dal Consorzio Lidi di Chioggia.

Le critiche social

A conquistare quasi 1.000 like il commento di Alessia Reccia che sotto il post scrive: “Io non vorrei giudicare e non sono certo una mamma modello.. però posso dire una cosa, domenica sono stata al mare con mio figlio di 7 anni e uno di 9 mesi, in acqua si entra solo se ci sono io, non si deve allontanare più di 3 passi da me, e nonostante avessi in braccio il bambino più piccolo, il mio sguardo era fisso sul più grande, se esco dall’acqua, lui esce con me e al massimo può giocare sulla riva e bagnare i piedi. Io sono comunque a due passi dalla riva e da lui. Le altre mamme erano distanti e a dormire sotto l’ombrellone, un bambino che avrà avuto 3/4anni in acqua da solo, neanche lo guardavano, così io, ansiosa per la situazione l’ho fatto venire a giocare con mio figlio, e ho tenuto d’occhio anche un bimbo non mio. Ero stanca anche io, avrei voluto anche io mollare i bimbi e riposare, ma ho il dovere di proteggere i miei figli e non posso permettermelo, a meno che ci si dà il cambio con il papà”.

Levico Terme: l’allarme al lago

Domenica 10 agosto, intorno alle 13, la stessa paura si è vissuta sulle rive del lago di Levico. Una madre non riusciva più a trovare il figlio di sei anni e ha dato l’allarme. Subito sono entrati in azione gli assistenti bagnanti, coordinando le ricerche con un gommone e predisponendo una catena umana di circa quaranta persone per scandagliare il fondale. Dopo minuti di apprensione, il bambino è stato ritrovato in un’altra zona del parco, ignaro della mobilitazione che aveva scatenato. “Colpisce la prontezza con cui tante persone si sono messe a disposizione”, ha dichiarato il responsabile del servizio “Spiagge sicure”, Marco Salvo.

Cavallino Treporti: la tragedia

Diverso, invece, l’epilogo a Cavallino Treporti, dove un bambino di sei anni, dopo essere scomparso improvvisamente vicino alla riva, non è più stato ritrovato. Anche in questo caso i bagnanti si sono uniti in una catena umana, circa cinquanta persone, per setacciare il mare. Sul posto sono intervenuti Capitaneria di Porto, Vigili del fuoco, Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri, con elicotteri, subacquei e moto d’acqua. Le ricerche si sono protratte per ore e sono continuate anche di notte, senza però esito positivo.

Un filo comune: lo spirito di comunità

Da Rosolina a Levico, fino a Cavallino, la risposta della gente comune è stata la stessa: unirsi, letteralmente, per cercare di salvare una vita. Episodi che ricordano quanto, di fronte al pericolo, il senso civico e la solidarietà possano fare la differenza. Non sempre con il finale sperato, ma sempre con la dimostrazione che nessuno resta indifferente di fronte alla paura di un genitore e alla scomparsa di un bambino.