Si moltiplicano gli appelli rivolti al ministro della salute, Orazio Schillaci, affinché revochi le nomine di due scettici sui vaccini nel Nitag, il comitato tecnico che dovrebbe consigliare il governo sulle immunizzazioni. Ma a oggi i nomi di Eugenio Serravalle e Paolo Bellavite, i due esperti di omeopatia schierati al fianco dei gruppi no vax più rumorosi, sono ancora lì. Non c’è più quello di Francesca Russo, la direttrice del dipartimento di prevenzione della regione Veneto. Finora è l’unica tra i membri ad aver posto un aut aut al ministro del tipo «o me o loro», preferendo non comparire al fianco di «componenti che, in passato, hanno più volte espresso pubblicamente posizioni non coerenti con le evidenze scientifiche in materia di vaccinazioni». Intanto l’associazione Patto trasversale per la scienza raccoglie firme online per «opporsi all’ingresso delle pseudoscienze nelle istituzioni». Le adesioni crescono di ora in ora e in un paio di giorni hanno superato quota 10mila.
POI CI SONO LE PROTESTE del mondo medico-scientifico. Dopo la Società italiana di igiene venerdì, ieri la Società italiana di neonatologia ha manifestato «profonda preoccupazione» per «l’inclusione di due membri notoriamente associati a posizioni antiscientifiche sui vaccini». Il presidente, Massimo Agosti, denuncia anche «l’assenza nel Nitag della figura del medico neonatologo, professionista di fondamentale importanza nella promozione della prevenzione nei primi mille giorni di vita». Oltre all’indignazione per Bellavite e Serravalle, l’associazione Alessandro Liberati segnala anche i possibili conflitti di interesse di altri membri, protagonisti «di recente attività di collaborazione o consulenza con industrie attive in questo settore».
NEL COMITATO, ad esempio, figura Emanuele Montomoli fondatore, presidente e direttore scientifico del gruppo di servizi farmaceutici senese VisMederi da 25 milioni di fatturato. VisMederi partecipa anche al consorzio pubblico-privato European Vaccine Hub per lo sviluppo di vaccini, in cui collaborano anche le aziende Reithera e Gsk (attraverso la Sclavo vaccine association di cui Montomoli è consigliere di amministrazione). Montomoli, oggi in Forza Italia, fu candidato sindaco per il centro-destra a Siena finché non divenne pubblica la sua appartenenza alla massoneria che a Siena, va detto, non è cosa rara. La bordata più pesante per Schillaci però arriva dalla Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), l’organo che rappresenta tutta la categoria ma non esprime alcun membro nel Nitag. «Essere esclusi, come Fnomceo, è apparso come una mancanza di riconoscimento» sottolinea il presidente Filippo Anelli in una nota al ministro, mentre altre nomine «destano francamente forti perplessità per la professata incoerenza con le evidenze scientifiche in materia vaccinale».
NON BASTERÀ aggiungere un posto a tavola per sanare lo sgarbo, dice Anelli, perché la disponibilità dell’Ordine a collaborare col governo è condizionata all’addio di Bellavite e Serravalle. Altrimenti «la nostra assenza nel Nitag appare più un privilegio che un’esclusione». I protagonisti dello scandalo si difendono via web, rifiutano l’etichetta di no vax, preferendo quella di «prudenti». Bellavite da Facebook rilancia la solidarietà ricevuta dal «Popolo delle Mamme», associazione per la «libertà vaccinale», e dagli aderenti alla «Carta di Siena», convinti che durante la pandemia siano stati iniettati «farmaci sperimentali impropriamente definiti vaccini». Serravalle, invece, rifiuta l’etichetta di no vax e annuncia «almeno 4 querele».
Ma poi ci ricasca e denuncia la «somministrazione di massa obbligatoria di prodotti sperimentali» durante la pandemia. Il ministro per il momento tiene duro, abituato a fare il paladino del sovranismo sanitario che vede nei vaccini la longa manus del «nuovo ordine mondiale». Non ha esitato, su richiesta di Lega e Fdi, a schierare l’Italia dalla stessa parte degli Usa sganciandola dall’accordo sulla cooperazione nelle emergenze pandemiche firmato all’Oms. Su scala locale, la battaglia che si combatte al Nitag è la stessa.