È ormai in archivio un’altra settimana ferragostana, i giorni simbolo dell’estate, delle vacanze, del riposo e del relax. Ma non per tutti. La salute, le malattie, le cure, non vanno mai in vacanze. E i pazienti con patologie gravi, oncologiche ma non solo, non conoscono riposo assoluto e non conoscono vacanze.
Le esigenze sanitarie restano tutto l’anno, l’assistenza sanitaria è vitale anche nei giorni di ferragosto.
È emersa ancora una volta, nei giorni precedenti il 15 agosto, quanto queste necessità, questi bisogni si scontrano nel vastese e nell’intero Abruzzo con una realtà che è un calvario continuo. In primis per la ricerca di farmaci indispensabili e vitali. Un calvario che si abbatte ripetutamente, costantemente, sulle spalle dei pazienti e delle loro famiglie. Troppo spesso ci sono farmaci che non si trovano o vengono distribuiti con il contagocce. La testimonianza di Dalila Bonelli di San Salvo ai colleghi Michele D’Annunzio e Nicola Cinquina di ChiaroQuotidiano è emblematica della situazione.
«I pazienti oncologici che non riescono ad avere il farmaco si sentono senza protezione»
«Per quanto riguarda i farmaci orali, la situazione è critica: fino a qualche tempo fa, il paziente riceveva in farmacia ospedaliera tutta la quantità necessaria per coprire un ciclo di terapia (due settimane, un mese… dipende). Ora, invece, molti riferiscono che vengono consegnate quantità minime, costringendoli a tornare in ospedale anche ogni settimana per ritirare le capsule successive – racconta la paziente oncologica sansalvese ma è una testimonianza che vale per tantissimi cittadini – Questo significa che chi lavora deve prendersi permessi frequenti; chi non guida deve chiedere costantemente aiuto; chi vive lontano deve sostenere costi ripetuti di trasporto. Questo ha un nome preciso: tossicità finanziaria.
Ed è una delle forme più subdole e meno raccontate del carico oncologico. A questo si aggiunge un’altra stortura: se un paziente è seguito dall’ospedale di Chieti ma vive a Vasto o nell’Alto Vastese, non può ritirare i farmaci in una farmacia ospedaliera più vicina, anche se sono tutti della stessa ASL 02. È una rigidità burocratica che non ha giustificazioni sanitarie. Solo ostacoli inutili. Per quanto riguarda il trastuzumab, molto utilizzato nelle terapie per il tumore al seno HER2+, non risulta al momento alcuna comunicazione ufficiale di carenza da parte di Aifa. Tuttavia, a livello locale, anche su questo farmaco si segnalano difficoltà di approvvigionamento e mancanza di comunicazione chiara ai pazienti. E poi c’è l’ultimo capitolo: i farmaci di supporto. Quelli che servono a ridurre gli effetti collaterali della chemio. Uno su tutti: i farmaci contro la nausea. L’ondansetron, un antiemetico specificamente indicato per la nausea da chemio e radio, e spesso inserito nei protocolli oncologici, viene spesso sostituito dal più economico Plasil, che sì, è un antiemetico, ma agisce con un meccanismo diverso e non è indicato in modo specifico per la nausea da chemioterapia. Il risultato? Il paziente sta male, finisce in Pronto Soccorso».
L’elenco aggiornato dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) di farmaci carenti è ormai lungo oltre 4.000 righe. Un’emergenza nazionale drammatica che stiamo cercando di documentare dal gennaio dell’anno scorso. Un anno fa la spesa farmaceutica, secondo l’allora direttore generale della Asl Chieti-Lanciano-Vasto Schael, aveva superato del 44% il «tetto annuale» e «vedeva il territorio al primo posto nei consumi». Un anno dopo, dopo quanto emerso in consiglio regionale e la segnalazione di un cittadino delle difficoltà con un farmaco per la sua terapia oncologica, il nuovo direttore Palmieri ha dichiarato che «Le nuove richieste per le pazienti prese in carico che devono iniziare i trattamenti, molte delle quali appartenenti ad altre Asl, hanno superato il budget contrattualizzato con la casa farmaceutica la rimodulazione del contratto è stata comunque prontamente effettuata e le cure sono già programmate, oltre che garantite. Al fine di scongiurare il ripetersi di situazioni fotocopia che generano timori e incertezze nei pazienti, ho chiesto a farmacisti e al settore acquisti dell’Azienda di rivedere la procedura amministrativa affinché l’acquisizione di farmaci non sia mai pregiudicata dai vincoli burocratici tengo comunque a ribadire che la continuità terapeutica e l’accesso alle cure non sono negate, né a rischio».
Se in un territorio c’è un innalzamento considerevole del consumo di farmaci, se (come è ovvio, non esiste lo sport dell’assunzione di medicinali per divertimento…) aumentano malattie gravi da chi dice di governare, curare il bene comune, fare politica (che dovrebbe essere la cura della polis) ed è a capo di settori vitali del pubblico ci si aspetterebbe qualche domanda, preoccupazioni per lo stato di salute dei cittadini.
Questo dato è, invece, caduto nel vuoto se non fosse per l’intenzione dichiarata da Schael di ridurre la spesa (con adunanza dei medici di medicina generale che si son visti solo all’inizio dell’emergenza pandemica) in maniera considerevole. Aggiungendo che non ci saranno tagli. Il risparmio previsto dal direttore generale sarebbe milionario. Ora, scartando l’ipotesi dello sport di assunzione di farmaci o di contrazione malattie gravi, in un settore già gravato da una gravissima emergenza di carenze due sarebbero le possibilità che fornisce l’aritmetica: o diminuiscono i pazienti o si diminuiscono i farmaci sommi strati ponendo un confine invalicabile.
«È previsto intervento entro 18-20 minuti in caso di emergenza ed invece, per le condizioni delle strade e le distanze si può arrivare anche ad oltre un’ora» è uno dei passaggi dell’intervento di Agostino Chieffo, sindaco di Gissi, nell’aula consiliare di Vasto in occasione della conferenza stampa convocata con colleghi e altri rappresentanti istituzionali di Castiglione Messer Marino, San Buono, Furci, Palmoli, Fraine, Schiavi di Abruzzo, San Giovanni Lipioni, Tufillo, Dogliola, Carunchio e Vasto.
Accanto a Chieffo la sindaca di Castiglione Messer Marin, Silvana Di Palma che nel suo intervento ha affermato che ci sono casi in cui cittadini hanno corso gravi rischi per i ritardi nei soccorsi. Mancano medici sulle ambulanze del 118, i cui turni sono ritenuti insufficienti dai primi cittadini, e mancano sempre più i medici di medicina generale, i “medici di famiglia”, denunciano i sindaci. Luciano Piluso, sindaco di Schiavi d’Abruzzo, ha esortato i rappresentanti del territorio in Regione ad intervenire e sostenere la voce dell’alto vastese che si sente a rischio, trascurato, non tutelato. Chieffo ha sottolineato che non può essere garantita l’assistenza sanitaria con una sola auto medica attiva 12 ore a Gissi e 12 ore a Castiglione Messer Marino. «Una soluzione improponibile» per le distanze, la condizione delle strade, la conformazione del territorio e i rallentamenti ulteriori che in autunno e inverno saranno causati dalle condizioni meteorologiche, ha dichiarato il primo cittadino di Gissi.
Tre medici passeranno da un rapporto di lavoro in convenzione ad essere lavoratori dipendenti della Asl ha annunciato la stessa mattina il direttore generale Mauro Palmieri: «L’impegno dell’Azienda è totale su questo fronte, anche se non parimenti ripagato dai risultati nella ricerca di professionisti disponibili a prestare servizio nella Medicina d’urgenza. Sono state esperite nuove procedure di reclutamento, attraverso bandi sia delle Risorse Umane che dell’Assistenza sanitaria di base, all’esito dei quali 1 solo medico si è dichiarato disponibile ad accettare l’incarico in autunno L’assistenza nelle Aree Interne e nell’Alto Vastese in particolare è una priorità di quest’Azienda, che sta mettendo in atto tutte le azioni possibili, peraltro condivise con il Comitato Ristretto dei Sindaci, compensando con l’organizzazione delle auto mediche l’oggettiva carenza di professionisti arruolabili con cui facciamo i conti – ha dichiarato Palmieri – altri bandi saranno emanati nuovamente».
Parole che non rassicurano i sindaci, che denunciano un peggioramento della situazione negli ultimi mesi, che hanno annunciato di essere pronti ad ogni azione politica e se possibile anche legale contro la carenza di medici.
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