The Seat è il documentario su Netflix che ripercorre la fine della storia professionale tra Lewis Hamilton e Mercedes per lasciare spazio al giovanissimo Andrea Kimi Antonelli alla sua prima stagione in Formula 1
Il 5 maggio 2025 è uscito su Netflix The Seat, il documentario dedicato ad Andrea Kimi Antonelli, che ripercorre il passaggio del pilota bolognese dalla Formula 2 alla Formula 1.
Vale la pena parlarne, anche se a distanza di un paio di mesi dall’uscita, in prospettiva della stagione che Antonelli sta attualmente disputando. Il racconto prende le mosse dalla decisione di Lewis Hamilton, a inizio 2024, di lasciare Mercedes per trasferirsi in Ferrari a partire dall’anno successivo. Con il passare del tempo, il nome del pilota britannico è diventato sempre più sinonimo di Mercedes e viceversa, tanto da far credere a tutti che questa storia durata ben 12 anni sarebbe andata avanti fino al suo ritiro.
I dubbi
Nel documentario emergono tre domande fondamentali: Come si affronta la fine di un rapporto professionale così longevo con il pilota più vincente della storia della Formula 1?
Cosa significa accompagnare al debutto e lavorare con un rookie così giovane come Antonelli?
Come fa un pilota di 18 anni a sostenere la pressione e le aspettative di un ambiente come Mercedes?
Lo hanno spiegato diversi esponenti della squadra, tra cui anche Toto Wolff, team principal e CEO, e Peter “Bono” Bonnington, adesso ex ingegnere di pista di Lewis Hamilton.
La differenza tra Kimi e gli altri candiati
Il presupposto di partenza è che nel Motorsport, in particolare in F1, non c’è posto per gli errori. La minima crepa può portare a una serie di conseguenze disastrose. Per questo, la scelta di affiancare Antonelli a George Russell ha fin dall’inizio suscitato dubbi e perplessità. Anche nella sfera mediatica che avvolge il mondo della F1, i discorsi sono stati tanti, nel bene e nel male. Tanti i paragoni, le statistiche, i pronostici. A complicare la situazione, l’incidente di Monza durante le FP1 poco dopo l’annuncio.
Essere un pilota di F1 non riguarda solo la velocità, gli aspetti da tenere in considerazione sono tanti: saper lavorare in squadra, rispettare le strategie, comprendere i dati. Eppure, sembra che Antonelli sia stato cresciuto per arrivare dov’è; che tutto questo la sua famiglia glielo abbia insegnato fin dai primi anni del karting. Forse Mercedes non avrebbe potuto avere alternativa migliore per dare avvio a una nuova era della propria storia.
La scelta giusta
Il rapporto con suo padre è uno degli elementi più importanti e questo nel documentario è ben messo in evidenza. Ma lo vediamo anche noi oggi, a distanza di un anno, ogni weekend nel box durante le varie sessioni. Con il senno di poi, tutti i discorsi fatti si rivelano poco lungimiranti. Mentre la F1 si avvicina al giro di boa della stagione 2025, Antonelli finora ha dato dimostrazione di meritare il sedile che ha. Nonostante una prima parte dell’anno molto impegnativa, si trova settimo in campionato. Con 63 punti, è il miglior debuttante in griglia.
Il podio in Canada ci ha quasi fatto dimenticare che stiamo parlando di un rookie, così come il suo atteggiamento maturo quando ha commesso degli errori.
Il weekend di Spa si avvicina e un pilota come Antonelli mantiene accesa la curiosità su ciò che ci farà vedere in pista questa domenica.
(foto via formulapassion.it)
A cura di
Jessica Alfieri
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