di
Clarida Salvatori
A settembre i nomi per il nuovo Nitag (Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni), cancellato appena dieci giorni dopo la nomina
Nessun terremoto politico o sanitario sembra stia scuotendo la sede di Lungotevere Ripa del ministero della Salute. E il ministro Orazio Schillaci, che per il momento ha deciso di non rilasciare dichiarazioni riguardo il caso Nitag (Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni) e le polemiche che ne sono conseguite anche in seno al governo, è sereno e non pensa alle dimissioni dall’incarico che ricopre dall’ottobre del 2022.
Anzi, vociferano i ben informati, le ricostruzioni delle ultime ore sono da ritenersi «eccessive». Lo scossone era iniziato quattro giorni fa quando il comitato di ventidue esperti in tema di vaccini, un organo che non ha poteri decisionali ma può solo fornire indicazioni, era stato azzerato a meno di due settimane dalla nomina, avvenuta ai primi di agosto — su suggerimento di Maria Rosaria Campitiello, capo del dipartimento Prevenzione — quando cioè il ministro era alle prese con la legge sulla riforma delle professioni sanitarie e la loro depenalizzazione.
I nomi non condivisi dal mondo scientifico
Una mossa, quella di Schillaci, dettata dalle proteste e dallo scontento che specie due dei nomativi individuati avevano innescato nel mondo scientifico. I nomi in questione sono quelli del pediatra Eugenio Serravalle e dell’ematologo Paolo Bellavite, entrambi criticati dalla comunità scientifica per la loro posizione sul tema dei vaccini.
Contro la loro investitura nell’organo ministeriale si sono schierati medici, universitari, ricercatori e adesso anche farmacisti, infermieri e veterinari, così come figure del calibro di Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica nel 2021, di Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, e di Silvio Garattini, oncologo e fondatore dell’istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri.
La decisione di revocare l’incarico
A nulla sono valsi i tentativi diplomatici e conciliatori con la richiesta ai due membri messi in discussione di dimettersi dall’incarico appena ricevuto. E così alla fine Schillaci ha optato per la revoca di tutto il gruppo. Che verrà nuovamente nominato a settembre e che magari potrà contare anche su qualche riconferma, oltre che sulla presenza di categorie prima non contemplate.
Una decisione che, se da un lato ha ricevuto il plauso di Pd, Movimento 5 Stelle, Italia viva, Forza Italia e +Europa a livello politico, e delle Federazione dei medici di medicina generale, degli infermieri, veterinari e farmacisti a livello sanitario, non è piaciuta affatto ai ministri Matteo Salvini e Francesco Lollobrigida. «Si notava la mancanza in commissione dei soggetti direttamente coinvolti ed esperti sulle politiche di immunizzazione — si legge in una nota congiunta dei presidenti delle Federazioni sanitarie —. Parliamo di chi le vaccinazioni le somministra, di chi raccoglie il consenso informato o un dissenso, le cui motivazioni sarebbe essenziale raccogliere, per orientare campagne informative e per migliorare gli obiettivi di immunizzazione e di consapevolezza. Ci riferiamo ovviamente a medici di famiglia, pediatri, infermieri e farmacisti».
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19 agosto 2025
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